Durante l'incontro odierno del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, accompagnano dai consiglieri Agostino Alloni, Pd e Salvatore Carlo Malvezzi, Ncd, gli amministratori del Cremasco hanno esternato una serie di problematiche che richiedono l'intervento della Regione.
Comuni sotto i 5 mila abitanti
Oltre agli arcinoti temi del trasporto ferroviario - che angustia da decenni generazioni di pendolari – non sono mancati gli accenni alla funzione associata dei servizi per i Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti che, giova ricordarlo, sono 47 sui 52 che formano il Cremasco. Tra i temi caldi il Patto di stabilità e l'autonomia dei Comuni, la difesa del presidio ospedaliero di Crema e di Rivolta d'Adda ed il completamento della Paullese con il nuovo ponte sull'Adda a Spino.
Paullese, gli ultimi 39 mesi
In ottica viabilistica, hanno chiesto l'intervento regionale tutti gli intervenuti. Paolo Riccaboni, sindaco di Spino d'Adda, ha riassunto l'iter della riqualificazione della Paullese: “esiste un prima ed un dopo Cattaneo: 39 mesi fa eravamo certi che non sarebbe mai stata conclusa, ora attendiamo si concluda la progettazione del Ponte sull'Adda e poi sono certo che arriveranno i fondi necessari al completamento. Entro tre mesi contiamo di aprire al transito il tratto di strada che porta sino al Ponte”. Da non trascurare, ha aggiunto, la capacità del Cremasco di interloquire e collaborare col Lodigiano ed il Milanese, al quale spetta il compito di mettersi al passo coi tempi. Un accenno è stato fatto anche al prolungamento della metro fino a Paullo, di cui diremo a parte.
La Bergamina
Il sindaco di Pandino, Maria Luise Polig ha esposto la necessità di “riqualificazione della Bergamina, tema cruciale del nostro territorio”. Attualmente l'area di Pandino è incastrata tra Bre.Be.Mi e accesso all'autostrada, sia per quanto riguarda i caselli di Piacenza che di Pieve Fissiraga. “La situazione del traffico è critica” ha aggiunto il sindaco, esprimendo preoccupazione per “il livello delle infrastrutture” e soprattutto “per la sicurezza dei cittadini”.
Montodine e Dovera
Se Pietro Fiori ha ricordato la situazione della tangenzialina di Montodine, che avrebbe dovuto raggiungere la Paullese ed offrire sfogo e sicurezza di percorrenza per tutti quanti, provenienti dal Cremasco, sono diretti nel Piacentino attraverso il nuovo ponte, Mirko Signoroni, sindaco di Dovera, ha ripreso l'istanza della collega di Pandino: “entrambi siamo oberati dal traffico, anche pesante e in soli 2 mesi abbiamo avuto una decina di incidenti, anche gravi, con l'abbattimento di muri di case private”.
Disoccupazione giovanile
Il primo ad introdurre un tema ultimamente bistrattato come quello dell'occupazione giovanile, che in Provincia di Cremona raggiunge vette decisamente scandalose, è stato il sindaco di Castelleone, Pietro Fiori, secondo il quale la Regione dovrebbe promuovere una serie di Focus territorio per territorio, perché se il problema pare comune, le situazioni si rivelano differenti per ogni area presa in esame.
Patto di stabilità
Del medesimo avviso il sindaco di Dovera che, come Aldo Casorati di Casaletto Ceredano, ha ricordato che il Patto di stabilità costringe i piccoli comuni ad assistere impotenti al declino, nonostante non manchino le possibilità economiche. Il paradosso, hanno sostenuto, è che i cittadini continuano a pagare le tasse ed i Comuni proseguono ad essere virtuosi, ma anche nel caso riuscissero ad accedere a fondi europei oppure a vincere bandi regionali, vengono alla fine costretti a desistere per l'impossiblità di accendere mutui per adeguare strutture, migliorare servizi o realizzare opere. Emblematico il dato della scuola di Dovera: “è del 1928”, evidentemente meriterebbe un aggiornamento.
Emergenza lavoro
Molti sindaci – Fiori, Casorati, Signoroni, Savoldi - hanno lamentano l'enorme numero di persone, “di tutte le età, giovani, meno giovani e uomini maturi”, che quotidianamente si rivolgono a loro, curriculum in mano, pronti ad ogni lavoro pur di poter sbarcare il lunario. Piange il cuore - hanno aggiunto - non poterli accontentare e vederli andar via umiliati e sempre più distanti e scontenti per la risposta delle istituzioni.
La difesa del territorio
È andato dritto al punto Francesco Pedretti, sindaco di Soncino: “esco con difficoltà dal Comune di Soncino per venire a questi incontri, dai quali torno sempre con l'amaro in bocca. Si discute tanto, si realizza poco, spesso niente, nel frattempo continua implacabile il saccheggio del mio territorio”. L'esponente leghista ha detto senza mezzi termini di non farsi illusioni sull'esito della visita regionale nel Cremasco: “nessuno toglierà il Patto di stabilità. Noi sindaci dobbiamo essere più cattivi, più uniti in difesa del nostro territorio e dei servizi essenziali”.