19-12-2024 ore 11:03 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Esenzione dell’Irpef abbassata a 15 mila euro. Savarè: ‘una decisione sofferta ma ponderata’

L’abbassamento dell’esenzione dell’Irpef da 18 mila a 15 euro è stata una decisione “sofferta, ma valutata e ponderata”. Con queste parole, ieri sera in consiglio comunale, Danilo Savarè ha aperto il proprio intervento, replicando alla richiesta del collega Paolo Nicardi di ripristinare il precedente livello di esenzione. Facendo ricorso ad un’amara ironia, ha spiegato che in base all’emendamento di Nicardi, si è trovato improvvisamente inserito nella lista dei 24 consiglieri comunali che non hanno a cuore le esigenze della fascia economicamente più svantaggiata della città.

 

Le esenzioni

Facendo una rapida ricerca sul portale del Ministero delle finanze, Savarè ha raccolto dati sufficienti, a suo dire, per confutare una tanto ardimentosa tesi. “Un paio di considerazioni”, ha ripreso l’esponente di maggioranza, per inquadrare meglio la vicenda: “Cremona, città capoluogo, ha un’aliquota dello 0,8 per cento con un’esenzione a 12 mila euro. Venendo tra i comuni del cremasco, Castelleone ha un’aliquota di 0,75 con esenzione a 15 mila euro, Pandino ha un’aliquota dello 0,8 per cento con esenzione a 15 mila euro. Sergnano ha un’aliquota dello 0,8 per cento con esenzione a 8 mila euro, mentre Soncino ha un’aliquota dello 0,8 per cento ma nessuna soglia di esenzione”. In sostanza, ha aggiunto Savarè, “il comune di Crema rimane, da questo punto di vista, un comune virtuoso”.

 

Tasse comunali

Per poter riportare l’esenzione a 18 mila euro a partire dal 2026, l’emendamento Nicardi chiede per prima cosa di “aumentare le entrate correnti”. Le entrate del comune di Crema sono divise in capitoli. Primo: entrate da trasferimenti, da Stato e da regione; qui, con rammarico, ha spiegato il consigliere di maggioranza, “non possiamo intervenire. Anzi, l’unica certezza è che avremo minori trasferimenti per 300 mila euro l’anno”. Due: l’altro capitolo sono le entrate da tasse comunali. Aumentare la Tari? “Non non è possibile perché l’entrata deve superare la spesa”. Aumentare l’addizionale Irpef, “essendo la percentuale già al massimo non è possibile aumentarla per le fasce più abbienti. Anche per l’Imu l’aliquota è già al massimo”.

 

Le tariffe e le spese

Terzo capitolo, tariffe dei servizi: “parliamo delle mense delle scuole, delle rette dell’asilo nido, della scuola materna, degli impianti sportivi”. Nel 2023, dal nido, dalla materna e dagli impianti “sono entrati in totale circa 760 mila euro”. Per Savarè risulta “evidente che per richiedere maggiori entrate è necessario aumentare le tariffe dei servizi”. In chiusura la seconda richiesta dell’emendamento. Per evitare di abbassare ovvero “la diminuzione delle spese”. Dobbiamo ridurre le manutenzioni ordinarie, i servizi? Per Savarè, a questo punto è necessario che venga suggerito anche “quali spese ridurre e quali servizi tagliare”. Un tema toccato dalla consigliera Chiodo, di cui diamo conto in un servizio dedicato.

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