19-11-2014 ore 21:09 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Emilio Guerini, Pd: “sì alla musalla ma con una convenzione ed un forte controllo pubblico delle attività”

“Lunedì scorso non è stata una serata qualunque. Dal dibattito svolto sulla realizzazione di una Musalla a Crema in realtà è emerso molto di pìù”. Come spiega Emilio Guerini, consigliere comunale del Partito Democratico, “non sono mancati gli applausi pro e contro; non è mancata una certa confusione ed alcune contraddizioni. Ho osservato pure evidenti spaccature nel fronte mussulmano”.

 

Il Califfato

“La Comunità islamica, meglio, alcuni di loro – aggiunge Guerini - hanno pacatamente spiegato le loro ragioni per richiedere un luogo di associazione e preghiera. Hanno pure espresso ancora la loro contrarietà a quanto succede nei loro paesi mussulmani, dove gruppi di estremisti vogliono costituire un Califfato e combattere come ai tempi delle Crociate il mondo cristiano e occidentale, perché, dicono, 'danneggia anche noi'!”

 

Controllo pubblico

Penso però che la sintesi fatta verso la fine del dibattito dal sindaco Bonaldi non possa definirsi di parte. Sì alla musalla ma con un forte controllo pubblico delle attività che si svolgono con regole chiare ed attraverso una convenzione. Una soluzione che a mio parere non dovrebbe più incontrare fortissimi contrasti politici. Ma durante la serata è successo anche altro, qualcosa cui non eravamo abituati: ha debuttato una minoranza che in città è vista con un po’ di diffidenza ed è rappresentata, per il cittadino sbadato come il sottoscritto, da emigrati con lavori marginali e non integrati. Non è stato così”.

 

Il diritto di essere riconosciuti

L'intervento di alcune persone della Comunità islamica ed in particolare di giovani, ha colpito Emilio Guerini: “Mi è sembrato di assistere alla certificazione quasi simbolica di una realtà umana, culturale, che ha presentato alla città la sua carta d’identità, i suoi valori e rivendicato il diritto di essere riconosciuti tali senza se e senza ma. E’ un po’ troppo forte questa immagine? No, mi creda, quei giovanotti mussulmani che si sono presentati, nati nella nostra città che studiano alle Superiori e alle Università, con il loro vigore e determinazione mi è sembrato che volessero presentare il conto alla città. Li abbiamo sentiti tutti porre la domanda: “Perché noi non possiamo pregare ed avere un luogo di preghiera? Perché non dovremmo avere diritti di cittadinanza?”.

 

I loro valori e la nostra cultura

“Ecco perché non è stata una serata qualsiasi, sia pur tra le contraddizioni verrà annoverata tra gli annali per la nostra città. A mio parere l’inizio di un cammino irreversibile dove gli incontri e gli scontri non saranno più sul luogo di preghiera. L’incontro e lo scontro – conclude Guerini - sarà sui loro valori e la nostra cultura. Questo però è un terreno cui non mi permetto di addentrarmi. Bastano le parole di don Emilio Lingiardi che ha invitato non solo alla conoscenza di ciò che unisce ma al rispetto delle differenze”.

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