18-07-2014 ore 20:42 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Assemblea dei sindaci soci di Scrp, non tutti sono soddisfatti: la ricerca dei consulenti e l'invito alla prudenza

La delibera quadro che delega la Scrp ad essere base appaltante è stata sinora ratificata da 34 comuni, ne manca all'incirca un terzo e non è detto che tutti aderiscano. Anzi, da quel che si evince dagli ultimi sviluppi potrebbero sorgere problemi sulla delega alla Società Cremasca Reti e Patrimonio.

 

La ricerca dei consulenti

Secondo quanto è emerso dalla riunione d'aggiornamento di ieri sera, Scrp sta cercando due consulenti, uno con una specifica preparazione tecnica ed uno con specializzazione in ambito giuridico. “Quindi spendiamo altri soldi” hanno storto il naso alcuni soci di Scrp, ovvero i sindaci del territorio. Certo, hanno ribadito altri, può darsi che l'incarico sia affidato ad una società che può già contare sulle due figure, ma in estrema sintesi, l'oggetto del contendere è uno: “abbiamo preso il consulente per cercare altri consulenti”.

 

I dubbi sul ricorso

Nello specifico hanno espresso perplessità Gianni Rossoni, Antonio Grassi ed Aldo Casorati, rispettivamente sindaci di Offanengo, Casale Cremasco e Casaletto Ceredano. All'inizio della seduta, proprio Grassi ha rivolto una domanda precisa alla presidenza: “il ricorso ad un project manager, una delle soluzioni progettate dal parere legale, evita il conflitto di interessi?”. “No, questa sicurezza non c'è”, la replica del presidente Pietro Moro: Scrp è socia con più del 9% di Lgh, ma la situazione è aggravata dall'avere il direttore generale nel cda di Lgh. Certo, tutte le aziende partecipate d'Italia – Lodi, Cremona, Pavia - si trovano in questa situazione, ma sinora la magistratura ha dimostrato di essere piuttosto benevola al riguardo.

 

Foto © Cremaonline.it

 

Il conflitto d'interessi

Il direttore generale di Scrp, Giovanni Soffiantini, è anche membro del consiglio di amministrazione di Lgh. La stessa Lgh controlla al cento per cento Linea gestioni, l’azienda che attualmente ha il compito di svolgere il servizio di igiene urbana nei comuni, nata pochi mesi fa dalla fusione tra Scs Gestioni (Cremasco) e Cogeme gestioni (Rovato). Scrp su mandato di 34 comuni cremaschi, parteciperà alla gara per il futuro appalto, un affare da 15 milioni l'anno per 10 anni. Gara che, appunto, sarà indetta dai comuni attraverso Scrp. Il dubbio è che Soffiantini sia in una posizione di conflitto d'interesse e quindi il tutto potrebbe essere inficiato.

 

Il parere contrario

“S'è proceduto al contrario di quanto avremmo dovuto” ha spiegato Casorati, avanzando la possibilità che sia un singolo comune, in qualità di Ente capofila, ad accedere al bando e quindi concorrere all'affidamento del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti. A questo si aggiunge un problema parallelo, con l'aggregazione per la gestione dei rifiuti come previsto dalla normativa.

 

L'invito alla prudenza

In estrema sintesi, trattandosi di un campo minato, con multinazionali in azione e risorse economiche e giuridiche pressoché sconfinate, si procederà con i piedi di piombo. Come buona prassi, non è mancato l'appello alla prudenza, un invito raccolto da Pietro Moro e rinnovato più volte dal sindaco di Offanengo Gianni Rossoni; perché? “Per evitare sorprese future”.

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