In apertura del consiglio comunale odierno, l’ultimo del 2020, il capogruppo del Pd, Jacopo Bassi, ha ricordato “la gioia per la notizia della liberazione di padre Maccalli, per il quale era stato appeso uno striscione di solidarietà, accanto a quello che reclama verità per il caso di Giulio Regeni” e la tristezza per la difficoltà nel raggiungimento della verità, sostenendo la necessità che anche dal Comune di Crema arrivasse un messaggio di “vicinanza alla famiglia”. Il presidente Gianluca Giossi ha salutato pubblicamente anche i Pantelù che, travestiti da Babbo Natale, durante l’ultimo consiglio dell’anno di solito portano doni ed un segno di solidarietà per le persone più sfortunate della città. Quest’anno, data la situazione di emergenza sanitaria, hanno dovuto limitarsi ad un ringraziamento video.
Lavori al tetto della Collodi
Passiamo alle interrogazioni. La prima sulle infiltrazioni dal tetto della scuola dell’infanzia Collodi dei Sabbioni. Per l’assessore all’istruzione Attilio Galmozzi “l’ufficio tecnico ha preso in carico” la vicenda, ricordando che “il manufatto è stato consegnato al Comune nel 2012” e che “la copertura ‘in green’ con manto di erba e strato di terriccio”, seppur in voga nel nord dell’Europa e di sicuro appeal, finisca col cozzare (costosamente) con l’angusto clima padano. In sostanza, “il punto di debolezza è rappresentato da lucernari”. Il Comune ha stabilito di procedere con “una tamponatura nell’immediato”, rimandando alla “primavera o all’estate un intervento di riqualificazione completa”. Sarà “eliminato il green e verrà effettuata una copertura classica”. La tenuta del tetto è garantita, con esso la sicurezza di chi frequenta l’istituto scolastico. Veniamo alla replica del proponente, Emanuele Coti Zelati: “Lieto che non ci sia pericolo. Sono meno soddisfatto dei tempi di intervento e delle modalità da utilizzare perché questa manutenzione, peraltro dovuta, venga eseguita. Avrei preferito che fosse un intervento automatico e non sollecitato e documentato dalle famiglie e dal personale scolastico”.
Spargimento fanghi
Veniamo al quesito centrale della seconda interrogazione: “nel Comune di Crema è consentito lo spargimento dei fanghi da depurazione?” Come spiegato dall’assessore Cinzia Fontana “il divieto coinvolge poco più di un terzo dei comuni del territorio provinciale, una quarantina in tutto, ma non Crema”. Approfondiamo: “ogni anno entro novembre viene emanato questo decreto dirigenziale in attuazione della delibera regionale del 2014 per il trattamento dei fanghi di depurazione”. Non è una novità. Per l’assessore ciò che conta è che “Crema non appare nell’elenco” (costruito su dati scientifici e con una trentina di parametri da rispettare) perché “non ha mai superato i limiti della direttiva nitrati, ovvero il carico di azoto zootecnico”. Per l’assessore Fontana è “solo un bene”. Di altro avviso Coti Zelati: “la normativa è vecchia di 30 anni, per cui lasciatemi dubitare di questi limiti e ribadire che il fatto che Crema non sia in quella lista è positivo fino a un certo punto”. Per l’esponente della Sinistra, “non vivendo nel mondo ideale, molto probabilmente la Provincia non è in grado di effettuare i controlli e fare in modo che vengano rispettate le autorizzazioni”. In sostanza, “il comune dovrebbe far pesare il principio di precauzione”.
Statuto di Finalpia
Piatto clou della serata (e argomento di cui si parlerà ancora a lungo), il pronunciamento favorevole della maggioranza alla modifica dello Statuto della Fondazione Finalpia: 13 sì ma col voto contrario di Andrea Bergami del Patto civico e l’astensione di Forza Italia e Lega. In particolare i consiglieri di minoranza hanno espresso perplessità per le innovazioni normative, in particolare paventando la concreta possibilità che “i nominati dalla politica” all’interno delle Fondazioni siano chiamati ad amministrare ingenti patrimoni senza adeguate contromisure. Non sono mancati accenni polemici alla gestione della Fondazione benefattori cremaschi, mentre la maggioranza ha ribadito la ferma volontà di ampliare il dibattito sul futuro dell’ex colonia ligure, da anni trasformata in albergo di lusso. Fermo restando la necessità di ottemperare alla missione (“soggetto giuridico senza finalità di lucro che persegue esclusivamente finalità sociali”), la maggioranza ha ribadito la volontà di accompagnare la Fondazione all’alienazione della struttura. Ecco quindi che al di là delle vicende passate (alcune delle quali hanno strascichi giudiziari) i ‘portatori di interesse’ della città saranno chiamati a contribuire alla “puntuale definizione dei bisogni della nostra comunità”.