17-07-2014 ore 15:51 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Crema. Agazzi: "La composizione del consiglio di amministrazione delle Farmacie avviene in modo non conforme alla legge”

Secondo Antonio Agazzi, la composizione del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda speciale Farmacie Comunali avviene in modo “non conforme alla legge e neppure al vigente Statuto dell’AFM”.

 

L'interrogazione

L'esponente di Servire il cittadino ha presentato un'interpellanza sottolineando che al momento della trattazione di questo suo documento, “si sarà già svolto un consiglio comunale che sarà chiamato alla nomina di un revisore unico, al posto dei tre consueti per l’AFM. Trattasi di scelta che viene compiuta in una logica – almeno così la si motiva – di risparmio, di spending review, ancorchè non sia esente, tale soluzione, da possibili controindicazioni: passare da un organo di revisione collegiale a uno monocratico, contiene in sé – fatta salva la sperabile professionalità del nominato – il rischio di una ridotta indipendenza dal potere politico all’origine del conferimento di tale delicata responsabilità di controllo: della serie, per dirla in soldoni, “ce la suoniamo e ce la cantiamo” che, con riferimento a soggetti di carattere pubblico, per come è conciata la nostra politica, mette un po’ i brividi”.

 

Il premio alla 'brillante' gestione in atto”

A sorprendere l'esponenti di minoranza, tuttavia, “è che ciò non si inserisca in un contesto di riduzione quantitativa anche degli Amministratori dell’Azienda speciale Farmacie Comunali: perché risparmiare solo sui revisori e non ridurre anche i componenti del cda dell’AFM? Solo perché, in questo caso, può avere dei risvolti di comodità? Si tratta, forse, di un premio alla “brillante” gestione in atto, i cui risultati sono, ormai, sotto gli occhi di tutti, senza il sindaco, manifesti particolari preoccupazioni, in analogia con altre situazioni in cui l’abbiamo sperimentata molto più critica, dal momento che le responsabilità amministrative non erano in capo ad amici di partito, come, invece, nel caso specifico?”

 

L'interpretazione 'restrittiva'

“Ricordo – scrive Agazzi nell'interrogazione - che è vigente una Legge dello Stato – la n. 296, del 27 Dicembre 2006 – che, all’Art. 1, comma 729, recita: “Il numero complessivo di componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate anche in via indiretta da enti locali non può essere superiore a tre“; può arrivare a cinque solo nel caso di “società con capitale, interamente versato, pari o superiore” a 2 milioni di euro e l’AFM non rientra in tale casistica. A inizio tornata amministrativa, il sindaco ritenne la norma – sulla base di un’interpretazione “restrittiva” della Legge sopra citata – non necessariamente da applicare all’Azienda speciale Farmacie Comunali, in quanto azienda a statuto speciale, ovvero soggetto giuridicamente differente dalle “società” in senso stretto”.

 

L'interpretazione di comodo

“A me parve, fin da allora, un’interpretazione di comodo, figlia di necessità politiche: avere più posti a disposizione per soddisfare gli appetiti di partiti e liste varie. Tuttavia – aggiunge Agazzi - oggi che il sindaco si fa vanto di una serie di “cure dimagranti” apportate in seno all’universo delle “Partecipate”, oggi che maggiore è – a tutti i livelli – la consapevolezza di una indifferibile e più marcata sobrietà da parte dei partiti, per contribuire alla revisione della spesa e, in definitiva, alla contrazione del debito pubblico italiano, perché graziare l’AFM?”

 

L'eccezione e l'inopportuna sostituzione

“Che senso ha – chiede Agazzi al sindaco Stefania Bonaldi - il permanere di un’eccezione di tal genere, confermata recentissimamente con l’intervenuta, inopportuna sostituzione di un consigliere dell’AFM – dimessosi per fare l’Assessore comunale in seno alla Giunta (Attilio Galmozzi) - quando le si forniva su un piatto d’argento l’occasione di essere coerente con indirizzi che altrove applica e di cui non esita, lo ripeto, a fare motivo di orgoglio politico?”

 

Il controllore più controllabile

“Come si concilia la cosa con l’esigenza sbandierata – e reale – di tagliare i costi? Tanto più ora che è vigente il nuovo Statuto dell’AFM, il quale, all’Art. 8, recita: “Il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda è composto da tre membri: Presidente e due consiglieri, tutti nominati dal Sindaco…”. Passi pure l’interpretazione, per così dire “restrittiva” – io dico di comodo - della Legge, ma perché, a questo punto, non si rispettano almeno i principi fissati dal nuovo Statuto dell’AFM, oggi in vigore? Io chiedo che non si proceda alla nomina dell’organo di revisione monocratico prima di aver impresso una cura dimagrante analoga anche al cda dell’AFM, se il problema alla base dell’operazione è il taglio dei costi: diversamente, significa che si vuole solo rendere più controllabile il controllore”.