“Sul modello delle comunità montane, la regione Lombardia riconosca l’area omogenea cremasca”. La proposta è stata portata all’attenzione di Massimo Sertori, assessore agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica. Stamattina a Milano, a palazzo Lombardia, la delegazione cremasca guidata dal presidente dell’area omogenea Gianni Rossoni, con i sindaci Piergiacomo Bonaventi (Pandino) e Antonio Grassi (Casale Cremasco Vidolasco) e l’amministratore delegato di Consorzio.it, Bruno Garatti, ha illustrato all’assessore la storia e la funzione dell’area omogenea.
Specificità del territorio cremasco
In particolare “il ruolo di organismo politico dell’area omogenea e la sua legittimazione da parte della provincia di Cremona, con voto dell’assemblea dei sindaci”. Ha inoltre citato i riferimenti legislativi che la riguardano e ha evidenziato “la funzione di braccio operativo del Consorzio informatica e territorio”. Rossoni ha precisato che nell’operazione è stata coinvolta l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. Sulla “specificità del territorio cremasco, che per la configurazione geografica della provincia di Cremona ha storia, tradizioni e identità assai diverse dal Cremonese e Casalasco”, si sono soffermati Grassi e Bonaventi, aggiungendo che “il modello potrebbe essere una provincia federale”.
Centro di competenza
Garatti ha approfondito l’attività specifica del Consorzio, il suo ruolo di “centro di competenza su comunità energetiche, transizione digitale e nuove tecnologie in senso lato” e il lavoro svolto come “centro di aggregazione per l’erogazione di servizi” e come “sostegno ai piccoli comuni nell’espletare alcune funzioni quali il Suap, lo sportello unico delle attività produttive, la polizia dell’area omogenea, la centrale di committenza, le comunità energetiche. Tutto questo all’interno delle normative vigente relative all’aggregazione, di servizi e funzioni dei comuni.
Un punto a favore
L’assessore Sertori si è dimostrato molto interessato e altrettanto preparato. Ha ascoltato con attenzione e convenuto che il tema merita una riflessione seria. Approfondimento che, in linea con l’impostazione di Rossoni, “non può essere limitato all’area omogenea cremasca, ma deve essere condiviso con l’Anci”. Alla riunione hanno partecipato anche Alessandro Nardo, direttore generale dell’assessorato e il funzionario Sabino De Meo. “La trasferta milanese – hanno commentato i sindaci cremaschi - è stata senza dubbio positiva e segna un altro piccolo punto a favore del progetto di area omogenea cremasca”.