16-09-2016 ore 20:50 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Ombriano. “Insidie e pericoli” delle ciclabili. Il consigliere Aprini racconta “l’esperienza quotidiana di un povero ciclista”

Per il secondo anno di fila Crema aderisce alla Settimana europea della mobilità: un’iniziativa volta a sensibilizzare all’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici, come la bicicletta. Ma contrariamente a quanto si pensi la giornata media del ciclista è tutt’altro che rose e fiori. A dar conto delle difficoltà del “povero cittadino ecologista” che da Ombriano intende spostarsi a Crema ci pensa Tino Arpini, consigliere di minoranza di Solo cose buone per Crema.

 

Tre chilometri avventurosi

Si sa: ogni scelta ha pro e contro. Questo vale anche per chi decide di lasciare la macchina nel box ed optare per la bicicletta. Nel corso dei tre chilometri che separano il quartiere di Ombriano dall’arco di piazza papa Giovanni XXIII il cittadino è costretto ad “avventurarsi su un percorso non tanto dissimile da quello della Parigi-Dakar, incontrando molti ostacoli e armandosi, necessariamente, di una buona dose di equilibrismo”.

 

Una partenza ad ostacoli

Prosegue Arpini: il cittadino ecologista “si troverà a dover superare ben 63 transenne che stringono la carreggiata, costringendolo a una sorta di passaggio alternato con gli altri ciclisti incrociati in senso inverso. Incontrerà molti pedoni, sullo stesso percorso, diretti per lo più all’ipermercato, carichi di pesi oppure affiancati gli uni agli altri per farsi compagnia, quindi gli tornerà molto utile uno squillante campanello. All’altezza del semaforo di via La Pira, forse, farà fatica a passare perché altri ciclisti saranno lì ammassati in attesa del verde, per poter attraversare”.

 

Dal cimitero al Cresmiero

“Dopo non poche fatiche, frenate, riprese e suonate di campanelli arriverà al cimitero, dove lo attenderà il sottopasso, pericoloso in discesa e faticoso in salita. Oltre lo stadio Voltini troverà un budello, non quello famoso di Alassio ma un tratto in cui la bicicletta e il pedone si troveranno ad avere spazi distinti e larghi fino a 70-80 centimetri ciascuno. Poi attraverserà le strisce di via Carlo Urbino, con il flusso automobilistico che gli arriva da dietro, ma qui può contare sulla comprensione dei patentati che, normalmente, rallentano per dare la precedenza, anche senza pretendere che scenda dalla due ruote, replicandogli il favore quando si ritroveranno sulle strisce di via Adua”.

 

Le insidie al traguardo

“Sul ponte del Cresmiero, un vistoso cartello (solo in andata) lo obbligherà a scendere e ad accompagnare la bicicletta a piedi oltre il ponte, per avventurarsi sul nuovo tratto ciclabile di viale Repubblica, frutto delle recenti e controverse revisioni dei flussi di traffico di Porta Ombriano, dove cambierà carreggiata, a seconda che sia nel tratto precedente o successivo al plateatico del locale bar. Dopo il trafficato attraversamento di via Crispi, finalmente sottopasserà la Porta e, seppure un po’ sudato, si congratulerà con se stesso per aver tagliato il traguardo, un’altra volta sano e salvo”.

 

La ciclabile alternativa

Un’alternativa a questa serie di peripezie ci sarebbe: consiste nell’apertura del tratto ciclabile dell’ex Valcarenga, già oggetto di interrogazione da parte di Aprini. In risposta l’assessore Piloni aveva assicurato il collaudo sarebbe avvenuto a fine mese (era maggio dello scorso anno, nda). “Di fine mesi ne sono passati altri 17 – conclude Arpini – ma il ciclista ancora attende fiducioso che si apra quel tratto, per ridurre le proprie fatiche e i pericoli di cui è disseminato il percorso”.

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