16-07-2020 ore 10:41 | Politica - Crema
di Gloria Giavaldi

Arci san Bernardino. Crema e Cuba, legame indissolubile: ‘la nostra patria è l’umanità’

Il vento soffia, le bandiere di Italia e Cuba sventolano, i legami si fortificano. Il futuro è già scritto. Dialoga con gli occhi lucidi, colmi di emozione, e racconta una storia di solidarietà che supera confini, differenze e barriere. Dal palco del circolo Arci di san Bernardino, ieri sera, mercoledì 15 luglio, durante l’incontro ‘La nostra patria è l’umanità’ si è elevata un’unica voce: “Non vogliamo far tramontare la grande amicizia sorta con la terra cubana, ci impegneremo attivamente affinché resti viva nei nostri cuori, nei gesti e nelle azioni”. Anzitutto, promuovendo la candidatura della brigata ‘Henry Reeve’, giunta a Crema durante l’emergenza sanitaria, al Premio Nobel per la pace, magari insieme al Comune di Torino. A dirlo il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi. Con lei i promotori del costituendo circolo cremasco dell’associazione Italia – Cuba, Beppe Bettenzoli e Franco Bordo, la presidente nazionale dell’Aps, Irma Dioli, e il segretario del circolo cremonese, Riccardo Porro.

 

Accogliere

“Gracias”. Il console generale di Cuba a Milano, Llanio Gonzàlez Pèrez, lo dice a tutti. Sul palco, prima. Alla stampa e agli spettatori, poi. “In spagnolo, perché così non vi dimenticherete l’accento cubano”. Ma di Cuba, Crema, non si potrà mai dimenticare. “I medici cubani – spiega il Sindaco Bonaldi – sono arrivati in città il 22 marzo, nel pieno dell’emergenza sanitaria, quando la situazione nel nostro ospedale era al collasso. Ogni sera era sempre peggio. Ci era stata data la notizia dell’allestimento di un ospedale da campo da parte dell’Esercito italiano. Pareva di essere in guerra ed il nostro personale medico era in assoluta difficoltà. Abbiamo accolto l’aiuto dei 52 sanitari cubani con meraviglioso stupore. Sono arrivati a Crema in camicia, abbiamo procurato loro vestiti”. Sono declinazioni diverse del prendersi cura, che hanno saputo stringersi la mano. E non lasciarsi più. “È stato bello apprezzare l’approccio umano che prediligono con i pazienti, il loro importante desiderio di prestare assistenza a domicilio e di farsi carico delle persone. Ci hanno aiutato a riscoprire l’importanza della medicina territoriale”. E a dare nuova forma all’accoglienza. “È necessario immaginare nuove alleanze ed amicizie nelle nostre vite. In un momento storico in cui ci prodiga per distinguere le identità, ci è giunto da una terra lontana un aiuto importante. Credo che questa situazione abbia fatto bene ai cremaschi anche dal punto di vista culturale, assicurando la formazione di un pensiero più accogliente”. Dunque, “gracias hermanos”.

 

Le vittorie

È continuo lo scambio di ringraziamenti. Come le emozioni che si rincorrono in sottofondo, nonostante la fine di questa esperienza. “La buona riuscita di questa missione – ammette Irma Dioli – è stata un successo sotto vari punti di vista”. Sanitario, prima di tutto. Ma non solo. “Cuba fa della solidarietà internazionale un elemento importante della sua politica estera. Il successo avuto a Crema è triplice. Ha vinto, anzitutto, la verità sulla menzogna. Perché chi li ha visti all’opera non può far altro che ringraziarli”. E ancora: “Ha trionfato la solidarietà sull’egoismo, alimentando la speranza che un mondo diverso sia possibile”. Infine, hanno gettato i semi di una bella amicizia, “impegniamoci per mantenerla viva collettivamente”. Anche Porro ha speso belle parole per “quell’esercito di camici bianchi”, che, giunto a Crema, “l’ha fatto emozionare”. Descrivendo la storia di un legame recente, ha spiegato che le relazioni con Cuba sono possibili perché “siamo umani”. E i legami fatti di umanità sono quelli più solidi. Sono fatti di quella umanità che si infila nei sorrisi, nei silenzi e vive negli uomini e nelle donne salvate. “La brigata è arrivata a Crema con l’obiettivo di salvare vite e ce l’ha fatta. Non siamo abituati a guardare quanto un paese sia economicamente forte, andiamo dove c’è bisogno di noi. Questa è la vocazione umanista del nostro processo rivoluzionario. In questo momento stiamo collaborando con 70 paesi per affrontare il Covid”. Parla speditamente in spagnolo, Llanio Gonzàlez Pèrez, fino a quando ammette: “Prima del 22 marzo a Cuba nessuno conosceva Crema. Ora, però, tutta Cuba ama Crema, per noi è come una seconda casa. Se ci dovesse essere di nuovo bisogno, potrete contare sui medici cubani. Doneremo sempre aiuto disinteressato: dove ci sarà bisogno, noi ci saremo”.

 

Solidarietà

Il grazie più grande, allora, non può che essere per loro. Per la professionalità, l’umanità, i sorrisi, l’affetto, le relazioni. Che dureranno. “Provvederemo nei prossimi giorni ad ufficializzare una donazione di oltre 20 mila euro raccolti sul territorio cremasco, per l’ospedale pediatrico Juan Manuel Marquez a L’Avana ha assicurato il sindaco. Da Cuba, un solo messaggio: “Grazie Crema, saremo amici per sempre”.

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