Nei giorni scorsi presso la sala Angelo Cremonesi del museo civico di Crema si è tenuto un incontro dedicato al tema della siccità e del cambiamento climatico con particolare riferimento agli effetti che esso produce sul territorio cremasco, organizzato dal Partito democratico. A trattare della situazione climatica nel territorio hanno portato il loro contributo Gladys Lucchelli, direttrice Anbi Lombardia, Emanuele Cabini, presidente dell’ordine dei dottori Agronomi e dei dottori forestali della provincia di Cremona, Paolo Micheletti, direttore Dunas. A moderare l’incontro il consigliere regionale Matteo Piloni. Presenti all’incontro anche diversi sindaci, rappresentanti di consorzi e agricoltori del territorio.
La situazione del territorio
“L’incontro, oltre ad essere molto partecipato – ha dichiarato Piloni – è stato utile per fare il punto della situazione sul nostro territorio e a comprendere la complessità della situazione e dei meccanismi di gestione e regolamentazione della risorsa idrica, che non sarà certo un commissario straordinario a risolvere. Ci sono due livelli sui quali lavorare, partendo dal presupposto che non è più il tempo di azioni di mitigazione bensì di adattamento alla crisi climatica in atto da anni. Il primo riguarda la contingenza, e qui guardiamo al cremasco, terra ricca di fontanili. Abbiamo la necessità che sia garantita l’acqua ai reticoli idrici minori. I dati parlano chiaro: lo scorso agosto l’acqua nei bacini c’era e non è stata rilasciata. Non possiamo permetterci che accada anche quest’anno. La stima dei danni del 2022 è stata di circa 70 milioni di euro. I danni più ingenti di tutta la Regione sono avvenuti sui nostri territori. Non avere acqua significa perdere i nostri prati stabili, che sono una ricchezza ambientale e garanzia di qualità”.
Interventi da programmare
“Il secondo piano - prosegue il consigliere regionale - è di medio lungo termine. Serve una programmazione degli interventi prioritari da portare avanti, e risorse conseguenti: utilizzo di cave dismesse e realizzazione di invasi, dove servono: bandi più frequenti e accessibili, anche economicamente, per garantire alle aziende risorse per investire in strumenti irrigui efficienti; risorse per incentivare il pagamento dei servizi eco sistemici, a partire dal ripristino di filari, siepi i e zone umide. In tutto ciò il Piano di sviluppo rurale (Psr), in coordinamento con il PNRR, può dare un grande contributo”. E proprio le modalità di utilizzo dei bacini idrici, che possono garantire da subito la disponibilità idrica per l’agricoltura durante la stagione estiva, saranno oggetto di un prossimo incontro sul territorio cremasco per affrontare nello specifico l’urgenza.