La residenza socio assistenziale di Spino d’Adda per il momento non si farà. Come spiega il sindaco Enzo Galbiati: “non c’è stata la firma della convenzione. Mercoledì 15 gennaio era la data ultima prevista per siglare l’accordo. Dopo diversi incontri con le società interessate: Compagnia Residenze Lombarde, la Rocca Ans e il notaio, tutto era stato preparato per la firma, tranne il versamento da parte del finanziatore. L’amministrazione si è mossa in tempo per permettere la firma della convenzione. Questa stessa puntualità non è stata rispettata dalla parte privata”.
‘L’obiettivo rimane’
Secondo quanto aveva dichiarato da tempo l’amministrazione: “il 15 gennaio, era l’ultima proroga utile, evidenziando l’inadempienza delle società coinvolte a seguito del ritardo nel versamento dovuto. Nei prossimi giorni gli uffici prepareranno i documenti necessari da portare come integrazione nel prossimo consiglio comunale di giovedì 23 gennaio che segnerà la revoca definitiva della convenzione. La Rsa, come ribadito più volte, è stato e rimarrà un obiettivo stabilito nel nostro programma elettorale, come rimane nostro obiettivo chiudere la pratica ormai ventennale dell'Ambito speciale 1 di viale Ungaretti. Ci rimboccheremo le maniche e cercheremo altre soluzioni per raggiungere gli obiettivi preposti”.
Riccaboni: ‘restituzione delle aree’
Il consigliere d’opposizione Paolo Riccaboni commenta andando, in primis, ad analizzare i fatti. “Anche entro l’ennesimo rinvio concesso, il comune non ha ottenuto la casa di riposo. Un clamoroso fallimento. Il sindaco Galbiati ha fatto perdere agli spinesi tempo soldi e la Rsa. Otto anni buttati via. Per conto nostro chiedevamo e chiediamo la restituzione delle aree, il pagamento di penali e interessi, il riconoscimento della responsabilità politica di un’amministrazione fallimentare. Chiediamo di fare piena luce su una vicenda in cui l’interesse del pubblico è passato in secondo piano rispetto a quello del privato”.
‘Danno da evitare’
“Il sindaco dovrà spiegare la situazione in più sedi. Dovrà spiegare ritardi, omissioni proroghe, apparizioni e sparizioni di documenti e soldi, finanziarie svizzere fantasma; dovrà rendere conto del danno economico e sociale enorme e pagarne le conseguenze. Deve emergere in modo chiaro chi ci ha guadagnato. Questa è la vera domanda. L’unica cosa certa è che il sindaco di Spino d’Adda ha fatto perdere tantissimo a tutti noi spinesi. Se fosse degno di questo ruolo dovrebbe trarre le conseguenze del suo fallimento e dimettersi. Abbiamo avuto ragione anche questa volta. Come con il forno crematorio. Ma ne siamo dispiaciuti perché perfettamente consapevoli del danno che si poteva evitare”.