16-01-2015 ore 11:31 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Il Nuovo centro destra scrive al sindaco Bonaldi: “la moschea porterà alla sottomissione a una cultura dominante”

La realizzazione di un luogo di culto islamico a Crema rischia di trasformarsi nella “premessa alla sottomissione ad una cultura dominante”. È la preoccupazione del Nuovo centro destra, che con una lettera firmata dagli esponenti Massimiliano Salini, Carlo Malvezzi e Laura Zanibelli torna a fare pressione sul sindaco di Crema, Stefania Bonaldi.

 

La rinuncia alla tradizione

Secondo l’Ncd, il botta e risposta tra il primo cittadino cremasco e François-Régis Prévot testimonia “il fallimento del progetto multiculturale che la sinistra europea ha perseguito negli ultimi vent'anni. Ciò a cui stiamo assistendo oggi è il disastroso risultato dell'equivoco che nasce dalla convinzione che la convivenza civile sia garantita da una remissiva, reciproca tolleranza di modelli culturali opposti, rinunciando a difendere e a proporre a tutti ciò che ha reso grande la nostra civiltà, a partire dalla nostra tradizione religiosa e laica”.

 

Il modello fallimentare

È un “modello fallimentare”, secondo i firmatari, quello cui sindaco e maggioranza si rifanno. A metterlo alla berlina ci aveva già pensato il cittadino francese, bollandolo come un errore, lo stesso compiuto anche da Mitterrand. “Liquidare le profonde osservazioni ricevute nella testimonianza del cittadino francese mostrano come un pensiero debole sia la premessa alla sottomissione ad una cultura dominante, cosa ben diversa dall'allargamento dei diritti di tutti cui lei si appella, peraltro non negati da chi l'ha preceduta”.

 

L’atteggiamento prudente

I fatti che settimana scorsa hanno scosso prima la Francia e poi la Nigeria meritano attenzione e prudenza, secondo l’Ncd. L’atteggiamento di cautela è giustificato dalle “rivoluzionarie parole del presidente egiziano Al Sisi che, di fronte agli Ulema, ha recentemente richiamato la necessità di rivoluzionare la nostra religione perché è inconcepibile che l'ideologia che noi santifichiamo faccia della nostra intera nazione una fonte di preoccupazione, pericolo, morte e distruzione nel mondo intero”.

 

Il lavoro in Regione

Più prudenza è anche la direzione intrapresa da Regione Lombardia, che sta cercando di disciplinare, a livello normativo, “la necessità per le confessioni religiose di avere un accordo con lo Stato italiano, a garanzia del pieno riconoscimento dei valori fondanti la nostra convivenza civile, e l'obbligo che i luoghi di culto siano destinati esclusivamente alla preghiera e non ad attività politiche o a proselitismo inneggiante alla violenza”.

 

L’arresa del sindaco

“Abbiamo deciso di prendere sul serio le preoccupazioni dei cittadini cremaschi, tenendo dritta la schiena e continuando a difendere ciò che abbiamo di più caro. Lei, al contrario – concludono nella lettera i firmatari Massimiliano Salini, Carlo Malvezzi e Laura Zanibelli – sembra si sia già arresa”.

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