Consiglio Comunale, acqua protagonista. Dal progetto della 'casa' al gestore unico su territorio provinciale. Società mista, Beretta: "Serf i solc per fa le robe"
L'acqua è stata la grande protagonista del consiglio comunale di ieri sera. In apertura di seduta si è discusso dell'interpellanza presentata dal consigliere Antonio Agazzi relativa all’attuazione delle delibere - votate all’unanimità, ma rimaste lettera morta – con cui si impegnavano le amministrazioni Ceravolo prima e Bruttomesso poi a realizzare una Casa dell’acqua sul territorio del Comune di Crema. Agazzi ricorda al sindaco Stefania Bonaldi la promessa di realizzarne una e suggerisce via Gramsci.
Autosostenibilità finanziaria
L'assessore Giorgio Schiavini spiega che si tratta di un tema molto importante, "non trascurato dall'amministrazione, che ha fatto una serie di verifiche sul territorio per trovare la soluzione migliore" e possibilmente non realizzare una sola casa dell'acqua, ma più di una. Le zone idonee? Gli uffici comunali si stanno coordinando per dare forma all'indirizzo politico: in sintesi, per via Gramsci niente da fare perché si tratta di un'area privata, mentre l'ex distributore di benzina di porta Serio è interessato da un progetto votato alla "autosostenibilità finanziaria", che potrebbe in un prossimo futuro arrivare ad ospitare la famosa e tanto attesa casa dell'acqua.
"Più soddisfatto del solito"
Agazzi si dice "più soddisfatto del solito" dalla risposta dell'amministrazione, per "la linea di coerenza evidente, cioè la volontà di dare attuazione al progetto nato nel 2003 e cresciuto con il sostegno bipartisan delle amministrazioni". Qualche rammarico per "l'incuria dell'area suggerita per la realizzazione della casa dell'acqua, dovuta ad iniziativa privata. Situazioni che si protraggono per tanto tempo e divengono monumenti all'incuria". Viene avanzata una nuova area, in via Silvio Pellico, nei pressi della cooperativa Ergoterapeurica. I lavori sotterranei sarebbero già state compiuti, mancherebbe solo la struttura in muratura, "che possibilmente si armonizzi bene con il contesto".
Il dissenso alla privatizzazione
Lunedì 12 novembre si è tenuta la conferenza dei capigruppo, nella quale si è decisa l’integrazione dell'ordine del giorno del consiglio comunale con una mozione relativa all’attualissima e delicata partita di costituzione dell’unica società provinciale del servizio idrico integrato, cioè l’acqua. Mozione presentata da Gramignoli, Lottaroli e Coti Zelati. In estrema sintesi si impegna il sindaco “ad esprimere nelle idonee sedi il proprio dissenso alla privatizzazione del servizio idrico, anche tramite la predisposizione di strategie condivise con altre amministrazioni locali del territorio”. Questo soprattutto in vista dell’assemblea dei sindaci di Padania Acque del prossimo venerdì 16 novembre per approvare definitivamente il piano industriale, con la creazione della società unica.
Il peso morale di Crema
"A onor del vero - ha spiegato il sindaco Stefania Bonaldi - alla riunione di venerdì il peso del Comune di Crema sarà dello 0,07%". Poco male, perché comunque il sindaco assicura che "non mancherò di far presente invece il nostro peso morale". Nell'occasione si procederà a dar vita alla società unica: "ci si lavora da tanti anni, è un traguardo, un valore inestimabile per la nostra provincia definire i confini di questa società sulla scorta dei confini della nostra provincia". Si tratta di argomenti che saranno approfonditi in commissione di garanzia, quindi il consiglio comunale di Crema esprimerà l'atto di indirizzo a Cremasca Servizi su come comprare la quota che rileveremo da Lgh. In questi mesi è stato dato mandato ad una società terza, Kpmg, di effettuare un tutoraggio. Il piano industriale è stato fornito al tavolo dei sindaci in questi giorni; "non c'è alcuna scelta sul modello gestionale, ma una previsione mettendo insieme i vari cespiti societari che oggi sono frammentati".
La campagna elettorale per la regione
In estrema sintesi si vorrebbe che l'assemblea dell'Ato desse un affidamento diretto, dal 1 gennaio, alla società che sta nascendo, quindi a piena partecipazione pubblica, senza nessuna azione privata. Agazzi critica tempi e modi: "penso che stiate cominciando la campagna elettorale per le regionali". Per il capogruppo di Servire il cittadino sono molte le inesattezze inserite nel documento. Secondo Agazzi si dà per scontato che la proposta della società mista - sostenuta dal centrodestra a livello provinciale - sia contraria alle disposizioni referendarie.
Le missioni di pace e la spesa pubblica
Tocca quindi a Mario Lottaroli, che riprende un passaggio importante del consigliere del Pd Matteo Gramignoli, incentrato sugli "esempi nazionali che hanno fatto scalpore, con passaggi da gestione pubblica a privata a Latina e Livorno e con incrementi del 100%". Per l'esponente di Rifondazione Comunista "il servizio idrico non può essere affidato a multinazionali. I sindaci hanno detto più volte di essere contrari, mentre il cda ha messo in atto un colpo di mano". Si parla della spese pubbliche per le cosiddette "missioni di pace", per l'acquisto di cacciabombardieri e degli sperperi delle amministrazioni, cattivi esempi di utilizzo di denaro pubblico, che potrebbe invece essere usato per migliorare e rendere più competitivi servizi essenziali come l'acqua, l'istruzione o la sanità.
La percezione della realtà
Il capogruppo di SeL Emanuele Coti Zelati attacca Agazzi e la sua decisione di candidarsi al consiglio regionale, "con 15 indagati del suo partito, che hanno perso la percezione della realtà e la storia recentissima", visto che tentano di far passare l'idea di sostenere l'acqua pubblica per poi spendersi in prima persona per arrivare alla privatizzazione del servizio. Secondo Coti Zelati è palese che "il 40% privato remerà contro l'interesse pubblico. Dal referendum è emerso chiaramente che il 100% dell'acqua è pubblico, non il 60%".
Il futuro membro del cda
Va dritto al punto Alessandro Boldi: "una delle 5 stelle del nostro movimento è l'acqua pubblica, quindi si capisce subito il nostro punto di vista. La società mista non va contro l'esito referendario, ma la posizione della cittadinanza è stata chiara, l'acqua deve restare un bene pubblico. L'Ato è andata contro questa posizione e contro i sindaci, anche se spesso il loro fronte si è spaccato". Certo, "le tariffe vengono decise a livello nazionale, ma il piano degli investimenti no. Ci sono comuni in difficoltà per la vetustà delle strutture, perché i comuni non investivano in questo settore le risorse guadagnate con l'acqua. Boldi, questo e' un argomento che sicuramente fara' discutere, chiede che "uno dei futuri membri del cda della società pubblica, nominato da Scrp, di cui Crema possiede una forte partecipazione, abbia mandato di vigilare sui rapporti col partner privato, ovvero che l'esito referendario venga rispettato". Propone quindi due emendamenti all'ordine del giorno, che verranno cassati in fase di voto.
L'edonismo consiliare
Il consigliere del Pd Luigi Galvano strappa un sorriso: "mi lascio andare all'edonismo perchè quando parlo io non vengo inquadrato. Mi è stato detto da colleghi di lavoro. Insomma, mi avete messo qui nell'angolino..." Tornato serio, sostiene la delibera, "che vuole stigmatizzare il comportamento del cda dell'Ato, che non ha tenuto conto del parere dei 118 sindaci decisi a rimandare la discussione sulla modalità di affidamento del servizio idrico provinciale". Inoltre, "la politica, seppur con difficoltà ha consentito al centrodestra e al centrosinistra di arrivare alla costituzione di una società unica che il 16 novembre con il vertice a Padania Acqua arriverà all'atto finale". Da qui, secondo lui, sarebbe poi dovuta iniziare la discussione sugli investimenti, cosa che invece il cda dell'Ato ha pensato di evitare per favorire interessi di parte.
"I soldi per fare le cose"
Beretta spinge sui soldi necessari a fare le opere. Visto che le amministrazioni pubbliche non hanno risorse per arrivare alla realizzazione di un'opera importante come il pozzo di Ombriano: "c'era già un accordo con Padania Acque per un progetto da 5 milioni di euro". Dice che non è un caso il danno in centro città dei giorni scorsi, con mezza Crema senz'acqua, "esempio di quale sia la situazione sotterranea dell'acquedotto". Non solo: "la realtà cremasca è messa molto ma molto meglio del Cremonese, che riceverà i primi investimenti". E' chiaro, aggiunge l'esponente del PdL, che il privato che porterà "i soldi per fare le cose che sono necessarie" andrà remunerato, magari con fidejussioni per non eludere il patto di stabilità.
Le forzature portano ombre
Dichiarazioni di voto: Agazzi si dice nettamente contrario al punto all'ordine del giorno. "Questo odg mette per iscritto bugie ideologiche. L'acqua è un bene pubblico per tutti, le reti continuano ad essere di proprietà a 100% del pubblico, le tariffe sono stabilite da un'autorità statale, la società mista è una delle due possibilità che l'esito dei referenda ha messo sullo stesso piano, la mista e in house. Il privato si inserisce col 40% portando un'iniezione di capitale, che consentiranno agli enti locali magari di risparmiarsi qualche esposizione bancaria. Per questo dico che l'approccio di questo odg è ideologico e non firmerò". Agazzi ammette: "arrivo a rimproverare a Salini e a Leni di aver prodotto nel metodo alcune forzature che hanno gettato qualche piccola ombra su un'operazione che dal punto di vista amministrativo è corretta e intelligente. Evidenziando "l'assembramento delle sinistre, che fanno pressioni e accerchiano il Movimento 5 Stelle", l'ex presidente del consiglio cita Tiziano Ferro: "La metà di una bugia non fa una verità. Perciò, amici del cinque stelle, non voterò la vostra integrazione".
A tutti i costi
Il delegato allo sport Walter Della Frera, Crema bene comune ribadisce come "il tema principale sarà difendere a tutti i costi i beni comuni, Crema e l'acqua. Da sempre siamo contro ogni privatizzazione, anche parziale dell'acqua, anche se riconosco le motivazioni corrette espresse da Beretta". Quindi Alessandro Boldi, 5 stelle, annuncia: "non ritiriamo gli emendamenti. C'è un'assemblea di Padania Acqua e visto che viene scelto un rappresentante di Scrp, chiedo che si scelga una persona in grado di essere pronta ai possibili futuri scenari, che prevedono un intervento privato".
"Serf i solc per fà le opere"!
Interviene Simone Beretta all'ultimo secondo, evitando citazioni musicali o trattati giuridici: "non siamo irrispettosi dell'esito del referendum. L'acqua è pubblica, la tariffa sappiamo chi la sa, sappiamo chi decide gli investimenti, chiediamo a un privato di entrare se serve, quindi cosa cambia? Se qualcuno non è in grado di garantire di migliorare cosa c'è sotto terra, di cosa stiamo a parlare? Dobbiamo migliorare cosa c'è stotto terra, anche perché a Ombriano e i Sabbioni, se non si rifa il pozzo, tra un po' resteranno senza acqua. Servono 450 milioni di euro, come si fa a dire che non ci sono urgenze? Ho cercato di stare lontano dalle parole che non servono, da approcci ideologici. Voglio che sia chiaro: nessuno vuole privatizzare l'acqua, serf i solc per fa le opere!. Ordini del giorno come questo sono pericolosi e ideologici".
La remunerazione degli investimenti
Per il consigliere del PD Giossi tutto va riportato in democrazia, "che il cda dell'Ato ha stravolto, non tenendo conto della maggioranza dei pareri dei sindaci. L'intenzione di questo odg è riportare l'attenzione su un tema così importante, forse arrivato tardi in consiglio a Crema, ma fortunatamente è arrivato. Capitolo investimenti: tutte le authority remunerano gli investimenti, non penso che se una società è a completa partecipazione pubblica non possa avere su investimenti la remunerazione riconosciute anche a una società privata. Quindi la nascita del gestore unico di Padania Acque che ingloberà tutti i rami dell'acqua delle società pubbliche nel prossimo mese, sicuramente avrà un potenziale importante e sarà corretto e giusto che tutti i sindaci cerchino di sviluppare all'interno di questa società pubblica. Diamole la possibilità di fare investimenti e vedere se è in grado di camminare con le sue gambe. Dopo 2 o 3 anni, forse potremo fare un discorso diverso".
Il voto
Bocciati gli emendamenti del Movimento 5 Stelle, il documento passa con 18 favorevoli, astenuti 0, contrari 4.