15-05-2015 ore 18:00 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Area vasta, il futuro del nuovo Cremasco è il Distretto agro-urbano. Agostino Alloni: “Cremasco giardino della Lombardia”

Il Cremasco è chiamato ad una svolta epocale, ovvero la creazione di un'area vasta omogenea del territorio. L'Area Vasta è un territorio che riconosce un modello di sviluppo unitario basato su una ponderata omogeneità del tessuto sociale, economico-produttivo, storico, antropologico e naturale. Queste sono le parole chiave: condivisione, coinvolgimento, partecipazione, trasparenza, informazione, identità territoriale.

 

Riforma costituzionale

L'obiettivo è di primaria importanza ed il tempo stringe. Come spiega Agostino Alloni, consigliere regionale del Partito democratico, “in Lombardia non sono molti i territori omogenei che condividono la medesima strategia da anni, che hanno l'abitudine di stare insieme”. L'esempio più virtuoso riguarda la Valle Camonica, facilitata dall'esperienza della Comunità montana e arrivata ufficialmente alla richiesta di riconoscimento di maggiore autonomia per il territorio montano nell’ambito del processo di riforma e di assegnazione di funzioni per gli enti di area vasta. “Nella nostra regione – prosegue Alloni - potrebbero essere molte queste Aree vaste. La Riforma costituzionale, non la Del Rio, cancella le province. Quindi l'Area vasta diverrà un cuscinetto tra Regione e comuni. Oggi è indispensabile che si decida di andare in questa direzione”.

 

L'ora di decidere

I prossimi passaggi prevedono che la Riforma costituzionale vada in seconda lettura, quindi toccherà alla Regione fare una propria legge. Secondo Alloni è proprio in questa fase che si gioca la partita: “non si deve aspettare che siano altri a decidere, è importante che i sindaci, gli amministatori e l'intero territorio si occupi di questa importantissima fase”. Allargando il campo, l'attualità offre questo scenario: “C'è l'area di Vigevano, la Valle Camonica, Monza-brianza. Se non ci diamo una mossa cosa mettiamo insieme? La provincia di Cremona e Mantova? Cosa c'entra Mantova con Rivolta d'Adda? E' importante che il Cremasco si ritrovi, discuta e decida”.

 

Il potere dell'autonomia

Nei mesi scorsi Alloni s'è speso in prima persona, incontrando i sindaci di Castelleone, Soncino, Pandino, Rivolta, Offanengo, Casale Cremasco e Vidolasco, Madignano, quindi i capigruppo di minoranza in Consiglio comunale a Crema. La sostanza è semplice: “Non si vuole che le beghe quotidiane della politica locale incidano sul futuro, eppure è importante che tutti vengano coinvolti e facciano il proprio dovere. Autonomi non significa fare da sé, ma favorire specificità che possono favorire anche territori vicini”. Il Cremasco non deve operare contro Cremona, ma pensare con lungimiranza: “l'Area vasta deve essere omogenea, i sindaci si devono riconoscere in una strategia di sviluppo comune che sappia allargare i propri confini: credo che parti del Cremasco possano stare col Trevigliese, anche perché Bergamo non potrà tenere insieme tutti i comuni della provincia nella nuova Area vasta”.

 

Il giardino della Lombardia

In sostanza il Cremasco è chiamato a “rivendicare l'omogeneità di un territorio centrale rispetto alla regione ed ai suoi capiluogo. Se la Lombardia è giardino d'Europa, il Cremasco è il giardino della Lombardia. L'agricoltura cremascas è una risorsa unica nel suo genere, ma al contempo vanno sviluppati anche prodotti di nicchia che possono creare sinergie. Quali? Il Polo della meccanica, col nostro territorio riconosciuto come fiore all'occhiello della meccanica di precisione. Non va dimenticato il Polo della cosmesi, grande realtà degli ultimi anni. L'idea è che possa nascere una sorta di distretto agro-urbano, con un'organizzazione economica che punti a sviluppare queste eccellenze”.

 

Il futuro del nuovo Cremasco

“In un prossimo futuro non ci saranno più le Provincie. L'Area vasta omogenea non sarà più un'amministrazione, con ragionerie, bilanci, uffici tecnici, guardie, saranno servizi gestiti dai Comuni; per questo non dobbiamo commettere l'errore di immaginare una nuova provincia più piccola. I servizi saranno messi in condivisione, non ci sarà più un piano regolatore per ogni Comune. Per questo l'appuntamento di oggi non ha un significato meramente burocratico. Da questa riunione vengono gettate le basi del futuro del nuovo Cremasco”.

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