15-04-2015 ore 15:57 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema, l'analisi del territorio. Matteo Piloni: “Area vasta grande opportunità di rilancio. Costruire relazioni è fondamentale”

Prosegue l'analisi del Cremasco alla luce dei cambiamenti amministrativi, in particolare per quanto concerne il rapporto della città di Crema con i Comuni del territorio, la gestione dei servizi, la sicurezza e la legalità, il lavoro, l'economia. Secondo Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco, la “Repubblica del Tortello è al capolinea” ed “il killer è l'area Vasta”. Oggi abbiamo rivolto alcune domande a Matteo Piloni, assessore comunale allo sviluppo sostenibile, con competenze per quanto concerne il Comprensorio e la Pianificazione territoriale, l'Ambiente ed il Turismo, nonché segretario provinciale del Partito democratico.

 

Il Cremasco è destinato ad un lento ma inesorabile declino o può trarre giovamento dall'Area vasta?

“Parto da un concetto semplice. Come nella vita, anche in politica i cambiamenti o si subiscono o si gestiscono. E io preferisco sempre la seconda. Stiamo attraversando un grande momento di riforma Istituzionale, e non credo che la classe politica nel suo insieme sia pienamente consapevole della portata di questa trasformazione. Le Province non ci sono più e l'Area Vasta è un concetto che deve essere ancora definito. Tutti i momenti di transizione portano difficoltà; la differenza sta nell'avere chiaro quale sia l'approdo. Io vedo nell'Area Vasta una grande opportunità, un enorme spazio da riempire. Anzi, da costruire. E il territorio cremasco ha tutte le carte in regola per poter contribuire a costruire questo spazio. Non servono però autoreferenzialità e isolamento. Al contrario l'opportunità sta nel costruire insieme una programmazione che definisca questo territorio nel futuro”.

 

Quali vantaggi in particolare?

“Essere un punto di riferimento. Avere un rapporto con la Regione ed essere riconosciuto. Avere un rapporto con i territori limitrofi. Portare a casa risorse per concretizzare progetti e condividere una pianificazione comune. Questi sono alcuni, per esempio. Poter essere un territorio attrattivo e non solo appetibile, per aziende e realtà produttive importanti”.

 

Le aziende partecipate ci faranno affondare?

“Capisco che per alcuni le Partecipate possono essere un pretesto per demolire; io parto dai fatti. Grazie alle Partecipate e al percorso che ha portato alla loro costituzione, il territorio ha maturato una grande esperienza sulla raccolta differenziata, ottenendo ottimi risultati a livello regionale e non solo. Il punto è sempre la gestione dei servizi e la loro qualità. Le Partecipate quindi ci faranno affondare se gestite male come abbiamo visto per un breve periodo. Al contrario possono essere un'opportunità e uno strumento per migliorare sempre più i servizi dei cittadini, per il territorio”.

 

Quali sono i punti di forza del territorio?

“Sono molti. L'identità territoriale è forse quello più evidente, ma anche quello più fragile se data per scontata o se basata sull'abitudine. Questa fase di cambiamento è una sfida. Il rilancio del territorio passa attraverso la capacità di comprendere questa opportunità e costruire una programmazione sinergica che immagini e costruisca il futuro del Cremasco. Gli elementi ci sono: in chiave turistica, ambientale, produttiva”.

 

Dobbiamo preoccuparci di essere omogenei o di valorizzare le nostre potenzialità?

“Se valorizziamo le nostre opportunità, è perchè siamo omogenei. O meglio, coesi. La sinergia è la chiave di tutto. La qualità e la capacità di costruire relazioni è fondamentale, ma serve coesione e condivisione di tutti gli attori istituzionali, politici, sociali ed economici. Soprattutto Crema può e deve cogliere l'opportunità dell'Area vasta, ed essere traino dell'intero territorio. Con l'intero territorio”.

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