15-03-2022 ore 10:26 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Ucraina, sono 115 le persone ospitate nel Cremasco: la relazione del sindaco Bonaldi

Durante il consiglio comunale di ieri sera, oltre all’approvazione di un ordine del giorno contro la guerra in Ucraina, il sindaco Stefania Bonaldi ha relazionato sulla situazione dei profughi ucraini. “Le persone arrivate nel Cremasco dall’Ucraina sono 115: 48 adulti e 67 minori. Crema ne ospita 64, 25 adulti e 39 minori. Gli appartamenti disponibili all’accoglienza di famiglie 15, dei quali due pubblici e cinque privati a Crema e otto nel Cremasco. A questi si aggiungono quelli messi a disposizione dalle parrocchie della diocesi, in corso di definizione. Le famiglie che hanno dato la propria disponibilità all’accoglienza in casa propria sono 69: a Crema sono 30 e nel Cremasco 39. Di queste famiglie, 28 avrebbero espresso disponibilità alla accoglienza di soli minori, peraltro mi pare subito corretto ribadire che per i minori non accompagnati i percorsi saranno gestiti secondo le norme vigenti; perciò, al momento escludiamo affidi familiari secondo questa modalità”.

 

La procedura

La gestione dell’accoglienza è in sinergia tra i servizi sociali e la Caritas (mail [email protected]): “si occupano delle segnalazioni, del censimento e della mappatura delle persone arrivate e delle disponibilità alloggiative, nonché dei nuclei familiari che si offrono per l’ospitalità”. Al momento la procedura prevede che le persone siano accolte “presso i nuclei familiari privati che stanno ospitando profughi, frequentemente connazionali ma anche italiani che ospitano familiari di badanti o di conoscenti; presso due centri di prima accoglienza territoriali individuati da Caritas”.

 

La presa in carico

In entrambe le configurazioni alloggiative scatta in ogni caso la presa in carico al fine di poter immediatamente procedere con una serie di adempimenti, quali: A) la dichiarazione di ospitalità da fare entro 48 ore dall’arrivo presso il commissariato di Crema (per gli arrivi a Crema) o presso i comuni del territorio (per arrivi nei paesi). Tale dichiarazione è indispensabile per consentire alla questura di avere un quadro preciso dei numeri e per poi potere dare corso alle procedure atte al riconoscimento del permesso di soggiorno di un anno decretato dall’Unione europea. B) la sottoposizione a tampone dei profughi in arrivo, che anche in questo caso le regole ministeriali prevedono entro 48 ore dalla presenza sul territorio. Con Asst Crema è stato definito un canale diretto e Caritas prende appuntamenti "cumulativi" per procedere al tampone delle persone arrivate, potete intuire che la procedura non sia semplicissima perché prima occorre attivare un codice, definito STP, da assegnare a ciascuno per l’ottenimento degli esiti del tampone. Peraltro, questo primo accesso al SSR consentirà poi di incanalare le altre due azioni disposte dal Ministero della Salute: screening generale e vaccinazioni, inclusa quella anti Covid (completamento o nuovo iter) finalizzata al rilascio dei greenpass. C) accompagnamento nella iscrizione a scuola dei minori, presso ogni scuola di ordine e grado.

 

Scuola e mediatori linguistici

Secondo il sindaco “è verosimile che l’inserimento possa slittare di qualche settimana nel caso delle soluzioni alloggiative in prima accoglienza, mentre è immediatamente esperibile per coloro che dispongono già di una soluzione di ospitalità definita, almeno a medio termine. L’ufficio scolastico provinciale, sulla base della circolare ministeriale, ha comunicato che le scuole sono pronte ad accogliere, anche se si pone io problema linguistico e pertanto si stanno ricercando mediatori linguistici che possano consentire i percorsi di inserimento. Va da sé che l'azione dei servizi sociali comunali e della Caritas diocesana intende accompagnare tutte le situazioni segnalate sul territorio, quanto meno in prima battuta e per incanalare negli iter di cui sopra tutti coloro che arrivano. E poi perché è evidente che anche le soluzioni alloggiative presso privati vanno verificate nella loro sostenibilità ambientale e sociale ed affiancate”.

 

Centri di prima accoglienza

Per le ospitalità presso i centri territoriali di prima accoglienza è previsto un alloggiamento di circa 10 giorni in attesa dell’espletamento delle procedure e dell’assegnazione di una soluzione alloggiativa ‘di seconda accoglienza’ per le quali ipotizziamo di procedere in quest’ordine: agli appartamenti pubblici e delle parrocchie; agli appartamenti messi a disposizione dai soggetti privati; agli inserimenti presso i nuclei familiari, ovviamente sempre con preventiva e successiva supervisione di servizi sociali e Caritas e, al momento, come detto, escludendo gli affidamenti di soli minori”.

 

Cabina di regia

“L’organizzazione locale è coordinata dalla Prefettura di Cremona, che il 7 marzo ha istituito una cabina di regia per la gestione della emergenza profughi, tenuto conto che il soggetto titolato alla gestione della crisi sui territori è il prefetto quale ufficiale di governo. È già stata avviata una procedura volta all’ampliamento dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria sul territorio in quanto i posti Cas disponibili nella provincia di Cremona sono già stati saturati da precedenti emergenze. Al contempo la Prefettura sta raccogliendo indicazioni per proporre al ministero anche possibili modifiche all'attuale configurazione del modello Cas, per renderlo più adeguato alla emergenza in corso e altresì per attivare eventuali convenzionamenti diretti per l’ospitalità anche con gli enti locali. In tal senso abbiamo dato piena disponibilità anche del comune di Crema e seguiranno aggiornamenti”.

 

Aiuti umanitari e protezione civile

“La protezione civile da qualche giorno è in campo (per i primi 10 giorni era impossibilitata ad operare in attesa di consegne dagli enti superiori - Ministero e regione - trattandosi di emergenza umanitaria generata da un conflitto). Confesso che questo inizialmente ci ha un po’ disorientato, ma ora la protezione civile è in pista e, per il nostro territorio, come avrete già avuto modo di vedere, già attiva. Circa gli aiuti umanitari, proprio perché inizialmente la protezione civile era impossibilitata a muoversi, il nostro comune ha rilanciato iniziative di raccolta operate da realtà del terzo settore e offerto subito un aiuto anche alla comunità ucraina presente sul territorio (e che conta 350 residenti solo a Crema), assegnando in via temporanea degli spazi di stoccaggio presso la colonia Seriana. La comunità ha un canale "diretto" con il confine ucraino e questo ha consentito in queste settimane di poter mandare a buon fine diverse spedizioni di aiuti umanitari partite da Crema. La Caritas diocesana ha attivato un conto corrente dedicato, per sostenere l’azione locale della accoglienza (tenuto conto peraltro che le coperture pubbliche saranno del tutto insufficienti a garantire sostenibilità alla azione solidale) e proprio per incanalare disponibilità di interventi privati a finanziare progetti di accoglienza e inserimento dei profughi in loco, anche il comune sta per attivare un Iban dedicato, con impegno sin d'ora a rendicontare puntualmente ogni denaro arrivato e speso con questa finalità”.

 

Corridoi umanitari

“Questo lo stato dell’arte, ad oggi, tenuto conto come detto della totale dinamicità della situazione, ed in attesa che gli enti superiori offrano indicazioni più puntuali e precise, anche in ordine ai numeri della accoglienza. Parliamo di milioni di profughi, per lo più donne e bambini, è evidente che vadano organizzati dei corridoi umanitari e che i viaggi verso i Paesi europei che accolgono debbano essere gestiti dagli Stati e dalle istituzioni a livello ufficiale e coordinato, e non lasciati alle iniziative dei singoli e dei privati. Per lo più encomiabilissime e meritorie, come quella che ha riguardato nostri concittadini reduci da un viaggio della speranza che ieri ha condotto qui oltre una trentina di profughi, 19 dei quali sono ora ospitati, in via provvisoria, in struttura messa a disposizione dalla comunità dei Sabbioni. Ma mi pare evidente che una emergenza di questa portata richieda l’immediato sforzo delle istituzioni nazionali e sovranazionali per potere gestire questi viaggi della speranza in modo sicuro, coordinato e tutelare, sotto l’egida e la regia degli Stati Europei”.

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