14-12-2020 ore 15:15 | Politica - Spino d'Adda
di Claudia Cerioli

Forno crematorio: in consiglio comunale Progetto per Spino proporrà un referendum

L'accordo con le amministrazioni del territorio è già stato trovato: a Spino d’Adda sarà costruito un forno crematorio. Il progetto è fortemente osteggiato dai consiglieri del gruppo di minoranza di Progetto per Spino: “in questa fascia, tra la nuova e vecchia Paullese si era deciso di non costruire nulla. Siamo all’interno del parco Adda sud. Erano state fatte mitigazioni ambientali per bilanciare il raddoppio della Paullese e ora si deturpa il paesaggio con quest’opera”. I favorevoli portano i numeri: la struttura potrebbe ospitare, su due linee, 1200 cremazioni all’anno e arrivare, potenzialmente, anche a 10 mila. L'area interessata all’impianto copre un raggio di 30 chilometri: dalla provincia di Cremona a Milano (Melegnano, Melzo, Paullo), Lodi e di Bergamo con i comuni di Treviglio e dell'hinterland. Lungo l’asse della Paullese, la popolazione è di circa tre milioni di persone, con una percentuale di mortalità del 9,1% (27.300 persone all’anno). Ad oggi opta per la cremazione poco meno del 40 per cento.

 

Intesa già raggiunta
L’argomento sarà portato in consiglio comunale sabato 19 dicembre. Come sottolineato in apertura dell'articolo, sul progetto è già stata trovata un'intesa con una quarantina di amministrazioni comunali. L'istanza di realizzazione del forno deve essere presentata alla regione Lombardia entro il 31 marzo 2021. L’edificio dovrebbe sorgere nell’area a lato del cimitero sulla strada provinciale 1. Voterà contro il gruppo di Progetto per Spino: “gli abitanti di Spino d’Adda non ne sanno nulla. Non sono stati adeguatamente informati”. In sede consigliare chiederanno di indire un referendum prima che la maggioranza dia il consenso definitivo.

 

Obiettivo referendum

Le motivazioni della minoranza sono molteplici: "l’aumento del traffico, la diminuzione del pregio paesaggistico, i fumi, la diminuzione del valore delle proprietà e della qualità della vita. Troppo vicino alle case e alle persone. Gli altri Comuni - sottolineano - non a caso, non lo hanno voluto”. Per questo chiederanno alla maggioranza di ritirare la delibera d’adesione e di procedere con un referendum per dare la possibilità agli abitanti di esprimere un parere.

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