Oggetto: "chiusura dello stabilimento Danone sito nel territorio comunale con relativa perdita di lavoro di 87 dipendenti". La notizia è stata anticipata da Cremaonline nella tarda serata di martedì 10 giugno, esattamente alle 23.07. Alle 8.30 di mercoledì mattina è arrivata l'ufficialità. Da Ginevra la ferale notizia si è sparsa in tutto il mondo: a luglio 2015 verranno chiusi tre stabilimenti, Casale Cremasco in Italia, Hagenow in Germania e Budapest in Ungheria. Nel gelo della nota stampa "gli esuberi" sono 87 a Casale, 70 in Germania e 155 in Ungheria: 312 persone in tutto, uomini e donne che di punto in bianco si trovano ad avere un lavoro con la data di scadenza.
La conferma della notizia
Attorno alle 10 del mattino di mercoledì, il sindaco ha ricevuto nel proprio ufficio Alberto Boninsegni operations director della multinazionale francese, 'ambasciator che porta pena': "la decisione è stata presa a seguito delle difficili condizioni di mercato e della riduzione dei consumi". A quel punto Antonio Grassi, conscio che non vi fosse un secondo da perdere, s'è subito attivato coi colleghi della maggioranza ed i dipendenti del Comune. Prima delle 11 aveva già organizzato il consiglio comunale aperto per sabato 14. In questi giorni si sono susseguiti gli attestati di solidarietà ai lavoratori, che hanno dato vita ad una tanto ferma quanto composta, dignitosa protesta, con due giorni di sciopero e di presidio dell'ingresso dell'azienda.
La risposta delle istituzioni
Il sindaco di Crema ha sottolineato come il problema fosse territoriale e non locale, il collega di Sergnano ha fatto proprio un ordine del giorno della minoranza – Movimento 3.0 – ed il consiglio comunale ha approvato all'unanimità l'impegno all'apertura di una trattativa con l'azienda per tutelare i lavoratori e proseguire l'attività produttiva in loco. I parlamentari di SeL e Pd hanno concordato un'interrogazione al ministero delle attività produttive, mentre i consiglieri regionali di Ncd, Lega Nord e Pd hanno chiesto "l'audizione urgente in IV Commissione delle parti sociali e datoriali coinvolte, nonché della proprietà dell'azienda stessa".
Il vescovo i giornalisti e l'onorevole Santanchè
Incassata la solidarietà del vescovo di Crema, monsignor Oscar Cantoni, attraverso il parroco don Pietro Lunghi, in Comune sono arrivate le telefonate di giornalisti, politici, sindacalisti e imprenditori del territorio per garantire la propria presenza al consiglio comunale. Infine, con l'intervento di Antonio Agazzi e dell'organismo provinciale di Forza Italia, anche l'impegno a presenziare e ad interessarsi fattivamente della vicenda, l'onorevole Daniela Santanchè, che ha fornito al sindaco Grassi la notizia secondo cui due imprenditori si sarebbero già detti disponibili a partecipare al tavolo di lavoro con la proprietà, per seguire l'evolversi della situazione ed eventualmente avanzare progetti concreti per la prosecuzione dell'attività produttiva in loco.