13-12-2013 ore 20:46 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Riordino Partecipate, Rifondazione contro "la cessione dei servizi di Scs". Il nodo dei debiti e il rilancio del teleriscaldamento

"Abbiamo approfondito la questione del riordino delle società partecipate ed assunto la decisione di esprimere il voto contrario in Consiglio Comunale, perché riteniamo sia possibile percorrere una strada alternativa alla cessione a terzi dei servizi svolti da S.C.S servizi locali". Così Mario Lottaroli, capogruppo di Rifondazione Comunista.

La cessione a terzi
"Il nostro voto - aggiungono Andrea Serena e Beppe Bettenzoli - non pregiudica la nostra adesione alla coalizione ed alla Giunta cittadina, sul cui operato manteniamo un giudizio complessivamente positivo. Nel merito, come abbiamo più volte dichiarato, siamo favorevoli alla razionalizzazione delle società partecipate, come previsto nel programma elettorale che però non prevede la cessione a terzi dei servizi locali e a questo principio ci sentiamo ancora fortemente vincolati".

Servizi in attivo
Gli esponenti di Rifondazione documentano la propria tesi fornendo dati estrapolati dalla relazione al bilancio 2012: "i servizi di Scs servizi locali sono in attivo. Gli impianti sportivi + 247.000 (nel 2011) +275.000 (nel 2012), la piscina con 63.000 presenze assume per noi il valore di bene comune. Illuminazione semafori: + 162.000 (2011) + 198.000 (2012). Parcheggi: + 64.000 (2011) + 108.000 (2012). Teleriscaldamento: – 228.000 (2011) + 80.000 (2012, ma manca il bilancio ufficiale)".

Il rilancio di Scs
"La nostra proposta - aggiunge Lottaroli - è di rilanciare S.C.S servizi locali per continuare a gestire i servizi, allargando l'intervento ai comuni aderenti a Scrp. Proseguendo con una gestione oculata quanto quella attuata negli ultimi due anni, testimoniata dai bilanci sopra citati, pensiamo sia possibile risalire la china". Obiettivo raggiungibile "con una partecipazione reale dei sindaci del territorio", che consentirebbe a Scs gestioni di "ottenere commesse e ordini di lavoro che fino ad ora sono mancati". Insomma, "è necessaria una presa in carico e un’assunzione di responsabilità che fino ad ora non si è realizzata".

Assetti contrattuali
Questa presa di posizione è motivata anche dalla forte preoccupazione per le future assetti occupazionali e contrattuali degli attuali dipendenti, ma anche per la qualità dei servizi offerti agli utenti. Le esperienze passate dimostrano che con la cessione a terzi sono peggiorate le condizioni retributive e di lavoro dei dipendenti, sono aumentate le tariffe ed è diminuita la qualità dei servizi offerti".

I debiti della società
Il forte indebitamento della società, circa 6.500.000 di euro, secondo Rifondazione "condiziona l’operatività e la stabilità societaria, ma, d'altra parte, quello degli oneri passivi è un problema ineludibile anche nel rapporto con i nuovi eventuali subentranti. Va indagata in profondità la situazione del teleriscaldamento".

I vantaggi del teleriscaldamento
Sul proprio sito internet la Cofely scrive “...la centrale di Crema si inserisce tra le più significative esperienze di teleriscaldamento in Italia. Una rete di 15 Km che può riscaldare 4.000 famiglie oltre l'Ospedale Maggiore...”. "Riteniamo che l'impianto di teleriscaldamento, per la cui posa la città è stata trivellata e riempita di buchi, in considerazione dei benefici ambientali che porta, vada rilanciato e non affidato a terzi, vanificando i sacrifici e i disagi subiti della collettività. La Cofely opera in 30 paesi dentro e fuori d’Europa; com’è possibile - conclude Lottaroli - che un partner con questa esperienza non abbia saputo programmare investimenti e un piano commerciale adeguati alla realtà?"
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