“Cortese direttore, ormai è trascorso più di un anno dall'annuncio della chiusura dello stabilimento di Casale Cremasco, annuncio triste ed in parte incomprensibile”. Così si apre la lettera scritta dal sindaco di Casale Cremasco-Vidolasco Antonio Grassi ed inviata al direttore dello stabilimento Danone Loredana Tedoldi: “Triste, in quanto ha gettato nel nulla anni di lavoro, di impegno e di passioni dell'intero corpo dei dipendenti, compresi ovviamente i manager ed i supervisori. Incomprensibile, almeno parzialmente, in quanto si riconnette ad una decisione sostanzialmente forzante e non congruamente giustificata dai pur ridotti volumi di domanda”.
Attività produttiva
Secondo il sindaco “si poteva continuare l'attività produttiva”. La decisione della chiusura dello stabilimento cremasco ha determinato “un impatto occupazionale sul territorio a dir poco devastante. Si sono persi posti di lavoro, si sono perse speranze di realizzazione di progetti di vita, individuali e collettivi, non più recuperabili. Lo scenario conseguente alle decisioni assunte non può che essere rappresentato come fosco e di scarse positive prospettive per il futuro”.
Capitalismo su base planetaria
Senza voler attribuire responsabilità o colpevolizzare nessuno, per Grassi “l'attuale versione del capitalismo su base planetaria, senza più frontiere e senza più legami, non può che condurre a tali esiti, nonostante la buona volontà di tutti, anche del management dell'impresa, che ha cercato di porre rimedio. In tal senso, non posso lamentare attenzione e disponibilità al dialogo da parte dei vertici dell'impresa”.
Una testimonianza
Lo stabilimento Danone a Casale Cremasco ha fatto la storia del Comune, sia per i riflessi occupazionali sia per “la distribuzione del benessere, individuale e collettiva”, favorendo e costruendo “intrecci di relazioni”. Presenza “gradita alla collettività” in “termini di attaccamento, di fidelizzazione e di vera passione dei lavoratori verso l'impresa”. Il sindaco Grassi auspica che “venga lasciata una viva testimonianza di quanto di buono è stato fatto”, intendendo “l'impegno e la passione dei lavoratori e la sagacia e la competenza tecnica dell'impresa”. Un segno che, non solo perduri nel tempo, ma che si traduca in “immediati effetti positivi per la collettività ed, in particolare, per i bambini, i cui genitori, in buona parte, hanno lavorato alacremente per la Danone”.
Lo scuolabus
La proposta è la seguente: “invito la Danone a considerare l'idea di acquistare uno scuolabus per gli alunni di Casale Cremasco, ove collocare sulle fiancate il logo dell'impresa”. Per Grassi “lo scuolabus comunale, che viaggerà sul territorio ed anche fuori, con il logo dell'impresa, confermerà e diffonderà la testimonianza del radicamento, dello stretto e fecondo rapporto fra impresa e collettività locale”.