13-03-2015 ore 13:15 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Razionalizzazione delle società partecipate: bagarre in Consiglio comunale. Rifondazione comunista vota contro

Con l’approvazione in Consiglio comunale dell’affidamento a terzi, la gestione della piscina passa ai privati. “Noi non possiamo subire passivamente la terziarizzazione dei servizi sociali delle società pubbliche – ha commentato Mario Lottaroli, capogruppo di Rifondazione comunista – bisogna gestire con serietà e senno, rimettendo a reddito le società pubbliche e garantendo ai lavoratori la continuità contrattuale. La chiusura in attivo del conto economico della piscina ci dice che un’altra strada è possibile e che il gap debitorio è dovuto alla mala gestione degli anni passati”.

 

Oneri restrittivi

“Qui non c’è nulla di garantito – ha risposto Simone Beretta (capogruppo di Forza Italia) a Lottaroli – perché sebbene il contratto di servizio sia giuridicamente perfetto, coi privati non ci potranno mai essere le stesse tutele del settore pubblico”. Secondo il Nuovo Centrodestra l’amministrazione ha ecceduto nell’inserimento di vincoli: “non so fino a che punto – ha dichiarato Laura Zanibelli – le società che risponderanno al bando riusciranno a farsi carico degli oneri troppo restrittivi fissati nel contratto di gestione. Ci sono così tanti vincoli che non si capisce come un privato possa tornare in pari”.

 

Mario Lottaroli e Camillo Sartori (foto © Cremaonline.it)

I tempi della discussione

Restrizioni sulle quali graveranno, a detta della Zanibelli, le difficoltà delle associazioni sportive “che oggi non riescono a coprire i costi che sostengono verso il gestore per il 40% del totale”. Perplessità e dubbi di cui “non c’è stato tempo di discutere – lamenta Alessandro Boldi, capogruppo del Movimento 5 Stelle – perché non c’erano nemmeno i tempi tecnici per convocare la commissione di Garanzia nel lasso di tempo tra l’emanazione della delibera e l’approvazione in Consiglio comunale”.

 

Corresponsabilità

“Il punto fondamentale – ha proseguito Boldi – è che il debito di Scs servizi locali non scompare: è stato creato insieme agli altri Comuni del territorio cremasco ed ora dovranno dimostrarsi corresponsabili nella solvenza dei debiti”. La vera opposizione, hanno proseguito i pentastellati, “è sulle modalità: sarebbe bello potesse essere tutto gestito dal pubblico ma non vediamo le condizioni per poter seguire una strada diversa dalla razionalizzazione”.

 

La replica della maggioranza

Alle perplessità della minoranza ha fatto da contraltare l’intervento di Emanuele Coti Zelati (SeL): “l’obiettivo di questa delibera è alzare la qualità della piscina abbassandone i prezzi; si tratta di trovare il punto di equilibrio e credo che il percorso fatto sinora vada esattamente in questa direzione”. Sui tempi della discussione ha ribattuto Gianluca Giossi, capogruppo Pd: “i documenti, salvo la declinazione nel dettaglio, sono gli stessi del luglio e dell’ottobre scorso. Questa tiritera è una scusa per chi è 2 anni e mezzo che ci tartassa sul tema della razionalizzazione, mentre poi, quando c’è davvero la possibilità di incidere, si astiene”.

 

Alessandro Boldi e Christian Di Feo (foto © Cremaonline.it)

Situazione insostenibile

Le critiche del centrodestra hanno ricevuto una risposta anche dal sindaco, Stefania Bonaldi: “Scs Servizi locali è arrivata sull’orlo del baratro per via di un passato nel quale si pagano service anche da 550 mila euro l'anno. La nostra unica responsabilità è di aver preso il toro per le corna. C’è una situazione, ora, che non siamo più in grado di sostenere: più volte è stato ribadito che non abbiamo nemmeno i soldi per coprire le buche, come si può pensare che si trovino, invece, per mantenere tutta la struttura? Non è un atto del quale andiamo fieri – ha concluso il primo cittadino – ma è una necessità che abbiamo sentito”.

 

Minoranza a favore

La riorganizzazione delle società partecipate ha messo tutti d’accordo: mentre Forza Italia e Nuovo centrodestra hanno optato per l’astensione – “mi astengo per dire che sono d’accordo”, ha specificato Simone Beretta– il Movimento 5 stelle e le liste civiche di minoranza hanno votato a favore della delibera; unici contrari, i consiglieri di Rifondazione comunista.

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