13-02-2021 ore 17:25 | Politica - Lombardia
di Gloria Giavaldi

Revisione legge 23. Per Letizia Moratti 'è indispensabile'. I capisaldi di Anci Lombardia

“In questo momento l'assoluta priorità è il tema vaccinale, ma il percorso della legge 23 prosegue. Attualmente sto facendo un processo di ascolto, sentendo gli stakeholder e studiando i suggerimenti che sono arrivati". Lo ha detto il vicepresidente di Regione Lombardia ed assessore al welfare, Letizia Moratti, nel corso del webinar Dalla sanità alla promozione della salute: un nuovo paradigma per lo sviluppo del welfare locale, organizzato da Anci Lombardia. Secondo Moratti “ la revisione della legge 23 è indispensabile per fare in modo che, anche in Lombardia, la medicina sia più vicina alle comunità e sia organizzata e predisposta in maniera tale da fornire certi servizi nel luogo più prossimo ad ognuno”. L'obiettivo resta “la medicina del territorio”. Per abbandonare la logica ospedalocentrica “servono modelli organizzativi che avvicinino la medicina alla comunità e in questo il ruolo dei comuni è fondamentale nell'ottica di un collegamento tra chi eroga servizi e i cittadini”. Il modello organizzativo deve anche essere finalizzato “all'aggregazione di medici di medicina generale, infermieri, specialisti e realtà del terzo settore”.

 

I capisaldi secondo Anci Lombardia

Tra gli interlocutori di Letizia Moratti anche Anci Lombardia. Come ha spiegato il presidente Mauro Guerra “abbiamo prodotto a Regione un documento frutto di un confronto costante con i medici di medicina generale, gli operatori sociali e del settore per dire la nostra e confrontare opinioni e proposte”. Posto che ad oggi la priorità è la campagna vaccinale, la riflessione circa la revisione della legge 23 deve partire, secondo Anci, da queste parole chiave: “politiche per la salute, territorio, comunità, presa in carico, continuità assistenziale, integrazione, prevenzione, rappresentanza, governance”. In primo luogo “abbiamo parlato spesso di un potenziamento e riorganizzazione della medicina territoriale, di una più forte integrazione sociosanitaria da connettere al meglio con le eccellenze che abbiamo nella sanità ospedaliera”. Centrale è poi il tema della prevenzione: “abbiamo ragionato sulle politiche sanitarie, intese non solo come cura delle malattia, fase essenziale delegata a scienza e tecnica e al rapporto con gli operatori del settore in rapporto ai legislatori regionali e nazionali, ma anche come prevenzione, presa in carico e accompagnamento prima, durante e dopo la cura.

 

Il ruolo dei sindaci

Ancora “interventi e politiche multidimensionali su fattori economici, ambientali, sociali, culturali, sulle diseguaglianze, sulle difficoltà di accesso alla tutela della salute”. In questo contesto secondo Anci si rende necessario valorizzare il ruolo dei sindaci per consentire loro di “fornire un contributo più forte”. “Le politiche pubbliche locali e la loro integrazione finalizzate alla tutela della salute diventano essenziali nel nuovo assetto e non si tratta di rivendicazioni di ruolo. È necessario interrogarsi “sulle azioni concrete e sulle valutazioni generali, delle politiche fino ai piani di rappresentanza”. Tale lavoro deve interessare“le istituzioni, ma anche le forze sociali, il terzo settore, in un quadro di sussidiarietà funzionale al bene comune”.

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