13-01-2015 ore 09:41 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Luogo di culto islamico, il dibattito sul web: dalla richiesta di referendum alla violazione di diritti inalienabili

Il dibattito sulla realizzazione di un luogo di culto islamico a Crema cambia sede: dai palazzi e dalle sedi della politica si è spostata su internet. Negli ultimi due giorni protagonisti assoluti sono stati il sindaco Stefania Bonaldi e François-Régis Prévot, cittadino francese sposato con una cremasca, da 15 anni residente in città, che dopo gli attentati parigini ha scritto al sindaco.

 

La prima lettera di Prévot
“Su quali basi – domanda Prévot – quali analisi o confronto con i suoi cittadini, lei prende delle decisioni così importanti e cariche di conseguenze a medio e lungo termine per tutta la sua comunità”? Secondo il francese, la scelta del sindaco rispecchia l’errore commesso da Mitterrand, “che ha provocato nei francesi occidentali la sensazione di essere obbligati a fare concessioni”. Così facendo “perdiamo la nostra identità e diventiamo deboli”. Necessario, dunque indire un referendum per conoscere la volontà dei cremaschi.

 

La risposta del sindaco
A sua volta, il sindaco ha osservato come "pure condannando l'integralismo fanatico senza se e senza ma" l'integrazione porta anche buoni frutti, come nel "mondo culturale francese, che si è alquanto arricchito dell'apporto di uomini di arte e di pensiero stranieri, molti dei quali provenienti da paesi musulmani, Albert Camus tra tutti". Riguardo al luogo di culto il sindaco assicura “non sia una moschea né un centro di addestramento reclute; quando dovesse mai rivelarsi un luogo di tale fatta, ci avvarremo delle misure di polizia adeguate e lo chiuderemo”.

 

La replica del francese
“La sua lettura storica – ha ribattuto Prévot – e i suoi argomenti sono giusti se letti col filtro politico della corrente di pensiero che lei rappresenta. Noto però che manca una sua risposta, ossia, consulterà democraticamente i suoi cittadini su questo argomento”? Il francese ha poi chiuso il dibattito osservando come l’oggetto del dibattito “non deve diventare un'iniziativa personale ma una decisione maturata, condivisa, democraticamente con i cremaschi, dove il sindaco ne uscirebbe più rinforzata”.

 

La controreplica

“Mi spieghi quale dovrebbe essere l'oggetto della consultazione, perchè il dilemma è proprio questo. Tutti coloro che si ostinano a chiedere un referendum fra i cittadini bypassano totalmente un principio, che è quello del diritto di pregare il proprio Dio. Un diritto fondamentale riconosciuto dalla nostra Costituzione. Mi spieghi come possiamo pensare di fare pronunciare dei cittadini sul diritto di altri cittadini di pregare. È impossibile, violeremmo la Costituzione, ma soprattutto violeremmo dei diritti inalienabili. A Crema, fino a quando sarò sindaco, non accadrà”. Questo il passaggio fondamentale dell’ultima risposta del sindaco.

 

Precisazioni
Gli estratti del carteggio tra il sindaco Bonaldi e il signor Prévot non intendono esaurire il dibattito in poche righe di sintesi. Quindi, per maggior chiarezza, si allegano all'articolo i singoli post scritti dai rispettivi autori, affinché il lettore possa meglio comprendere la portata della discussione. 

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