12-10-2024 ore 20:40 | Politica - Cremasco
di Denise Nosotti

Lo stato di salute del welfare territoriale. Si va verso la centralizzazione dei servizi alla persona

La popolazione invecchia, aumentano i casi di fragilità e le certificazioni scolastiche. Dopo la pandemia si sono acuite le povertà, le richieste di abitazione, la mancanza di lavoro. I servizi sociali dei comuni hanno visto impennarsi la spesa sociale. Il welfare territoriale deve affrontare la carenza di assistenti sociali, la mancanza di medici di medicina generale e di posti letto nelle Rsa. In regione Lombardia è di questi ultimi giorni la notizia dell’ammissione in consiglio della proposta di riforma della sanità. Promossa dal gruppo di minoranza del Pd ha ottenuto un'ottima adesione. La sanità pubblica ha bisogno di un cambio di rotta, di maggiore disponibilità verso quelle persone che non possono permettersi di curarsi nel privato, verso il quale il sistema è vistosamente e pericolosamente indirizzato.

 

L’esperienza di Chieve

La neo sindaca di Chieve, Orietta Berti, si è sempre occupata di welfare: “Oggi, come comune, non possiamo lamentarci. Possiamo disporre di tre medici di base, due con ambulatorio in paese e una a Bagnolo Cremasco, ma molto disponibile verso i pazienti chievesi e collaborativa con la farmacia. Il nostro comune può contare sul trasporto per effettuare visite mediche ed esami. Attualmente i servizi funzionano anche se si sta prospettando l’ipotesi di creare poliambulatori centralizzati, che toglierebbero forza alla medicina territoriale, creando disagi soprattutto ad anziani e persone fragili”.

 

Assistente sociale d’equipe

“Per quanto riguarda gli assistenti sociali - prosegue Berti - fortunatamente disponiamo di una dipendente di Comunità sociale cremasca, due giorni la settimana, in collaborazione con Bagnolo Cremasco. Per il momento la situazione è gestibile. Tuttavia, nelle ultime riunioni di area omogenea si è parlato della problematiche relativa alla carenza di assistenti sociali. La prospettiva è di creare il cosiddetto assistente sociale d’equipe, dislocato in un ufficio presso Comunità sociale cremasca, a disposizione del territorio in caso di necessità. A livello di bilancio comunale, quella del sociale è la posta più onerosa, ma anche la più importante. Sono tante le voci: anziani, fragili, scuola. Per il momento Chieve non ha casi di tutela minori. È evidente la necessità di essere aiutati a livello istituzionale, per poter far fronte all’aumento dell’età della popolazione e ad altre criticità”.

 

Centro di medicina di gruppo a Sergnano

La questione legata alla carenza di assistenti sociali era emersa anche quest’estate a Offanengo, attraverso un’interrogazione del gruppo di ‘Orizzonte Offanengo’. Come spiega il vice sindaco Daniel Bressan: “la questione non può essere affrontata da ogni singolo comune, ma a livello sovracomunale. In area omogenea se ne sta già parlando”. Il comune di Sergnano è capofila di subambito. Come spiega il sindaco Mauro Giroletti “abbiamo un assistente sociale fisso. È coordinatore e responsabile dell’area del subambito. Per i servizi sociali disponiamo di altre due figure: un amministrativo e una persona che segue i casi di povertà e dei beneficiari del reddito di inclusione. Per quanto riguarda la medicina territoriale abbiamo un centro di medicina di gruppo con tre medici di base e un pediatra di libera scelta. Qui c’è anche la possibilità di effettuare le analisi del sangue”.

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