12-02-2015 ore 19:00 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Crema. Consiglio aperto, “occasione sciupata”. Antonio Agazzi chiede una nuova assemblea al Palabertoni

“Se meno di 200 persone riescono a prendervi parte e circa il doppio, invece, restano fuori, qualcosa non ha funzionato”. Secondo Antonio Agazzi “se il sindaco, la giunta e la maggioranza - ovvero coloro che saranno determinanti a livello decisionale - riescono ad ascoltare solo contributi di cittadini nella stragrande maggioranza in sintonia con il loro orientamento sul tema è evidente che si tratta di un'occasione sciupata che non fotografa, per altro, il vasto dissenso sociale che si percepisce chiaramente in città: della questione si parla, con accenti critici, ormai ovunque, per strada, nei negozi”.

 

Al Palabertoni

“È interesse del sindaco – sostiene il capogruppo di Servire il cittadino - in primis confrontarsi non tanto e non solo con i propri 'motivatori' ma, primariamente, con le ragioni di chi è contrario o perplesso, per capire, per spiegare, per provare a rassicurare o addirittura a convincere. Il sindaco è espressione di una parte - quella che l'ha proposto e sostenuto - ma, una volta eletto, è il sindaco di tutti. Allora la mia richiesta a Stefania Bonaldi è molto semplice: convoca tu una grande assemblea di cittadini in una location capiente, al Palabertoni per esempio, e poniti umilmente in ascolto, essendo improbabile che Crema sia improvvisamente divenuta una città intollerante; prova, quindi, ad accostare le motivazioni di chi non è in sintonia con i tuoi intendimenti: in fondo, è un tuo dovere, considerato che i cremaschi sono venuti a conoscenza di tale progetto. Dopo averti votata, quindi senza averlo avallato”.

 

L'integrazione

Secondo il consigliere di minoranza, “una decisione di così grande impatto, avente carattere di irreversibilità, non può essere imposta. La stessa integrazione è un percorso da costruire con tutta la comunità di Crema e del Cremasco, non può essere calata dall'alto, per decisione di pochi, presunti illuminati. Il contesto internazionale, esempi e criticità sperimentate anche non lontano da noi esigono l'esercizio della virtù della prudenza e della capacità di mettere in discussione persino le proprie convinzioni: senza tale disponibilità di base, che ascolto-confronto sarebbe? La proposta che ho illustrato, in verità, non è mia, ma di una ragazza, Chiara Capellini, che mi ha scritto la mattina seguente il Consiglio Comunale 'aperto', rivelatosi, ahimè, qualcosa di simile agli 'stati generali del centro-sinistra'. E allora Stefania, se non vuoi ascoltare me, ascolta almeno Chiara!”

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