“Commemorando la Giornata del Ricordo il sindaco ha perso un’occasione d’oro per restare nel tema immaginando presunti “bracci di ferro su eventi così lontani” che appartengono ad altri, come Rifondazione Comunista, e non certamente a noi, per chiedersi poi se si “possiede la stessa sensibilità nei confronti del presente” rispetto a fatti che assimilarli alle Foibe, come la pessima battuta del direttore di un ospedale lombardo, lasciano il tempo che trovano oltre che ad essere totalmente fuori tema”.
Tardivo riconoscimento
“La Bonaldi – sostiene il capogruppo di Forza Italia - avrebbe dovuto denunciare con maggior coraggio chi ancora oggi erige barricate, come l’altra sera a Cremona, contro il tardivo riconoscimento di una disumana barbarie perpetrata verso gli italiani e lo fa insistendo in una errata, mistificatoria ed ideologica ricostruzione storica delle foibe e della tragedia degli esuli. Non siamo mai stati certamente noi, che non siamo mai stati ideologici, ad avere ostacolare il tardivo processo di riappacificazione nazionale che è diventato ineludibile. Sono stati per un lungo tempo i comunisti E lo sono ancora, purtroppo, tutti quelli che non hanno ancora abiurato l’ideologia comunista”.
Categorie bipolari nette
“Avversiamo più noi del sindaco di Crema chi “divide il mondo in categorie bipolari nette, dove esistono i buoni e i cattivi, il bello e il brutto, il bianco e il nero”, ma ciò non significa che al mondo non vi siano buoni e cattivi, belli e brutti, il bianco e il nero. La Giornata del Ricordo è il riconoscimento di una verità storica che non merita interpretazioni cosi che non abbiano mai più a ripetersi eccidi disumani di tale portata contro la libertà e la dignità della persona.
Interessi di parte
“Dando un colpo al cerchio ed uno alla botte come ha fatto il sindaco di Crema per interessi di parte tutti interni alla sua maggioranza, notoriamente divisa nel merito, non va bene ed ha seriamente rischiato di trasformare la Giornata del Ricordo in una “giornata del minestrone”. Le istituzioni “devono raccogliere il testimone del ricordo, portarlo con rispetto e trasmetterlo ai giovani”. Senza se e senza ma per insegnare a distinguere il bene dal male e denunciando anche il male di quanti con parzialità antistorica non vogliono rendere onore alla verità degli infoibati e degli esodati. Per Istria, Fiume, e Dalmazia – conclude Beretta - anche le pietre parlano italiano. Per non dimenticare”.