11-07-2014 ore 09:08 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Gestione in forma associata delle Funzioni fondamentali nei piccoli comuni. Protocollo d'intesa tra Comune di Crema e Provincia di Cremona

Il protocollo siglato tra il comune di Crema e la Provincia di Cremona porterà alla creazione di un piano di sviluppo integrato locale, alla gestione delle aziende dei servizi pubblici locali ed alla strutturazione della nuova interfaccia istituzionale con Provincia e Regione che deriverà dall’unione.

 

Gestione associata

"La Provincia di Cremona – commenta il sindaco Stefania Bonaldi - ha da tempo istituito al suo interno una struttura dedicata all’assistenza e allo sviluppo delle forme di gestione associata tra i Comuni. Uno studio, quello condotto dalla provincia di Cremona, che purtroppo ad oggi nel Cremasco è rimasto sulla carta; di fatto assistiamo a molte forme aggregative, alcune anche a geometrie variabili, vecchie e nuove convenzioni di comuni che mettono in gestione associata alcuni servizi e non altri, e magari con comuni diversi".

Unione fra comuni

"Occorre fare ordine, non tanto nel breve termine, ma nel medio e lungo periodo. Ci avvarremo così della collaborazione della dirigente della Provincia Mara Pesaro perché ci assista nel processo. Si tratterà prima di fotografare la situazione esistente ad oggi rispetto alle aggregazioni, quindi di sviluppare un percorso di definizione delle aggregazioni ottimali sul medio termine, anche prendendo in considerazione i modelli di unione fra comuni; analogamente, andrà definita una 'cabina di regia' di governance sovra comunale, che aiuti a definire  le strategie in chiave comprensoriale”.

 

Le risorse del Cremasco

Una volta strutturato l’iter procedurale, in accordo con la Provincia, si potrà procedere a “mettere a sistema” in modo sinergico le risorse tutte dei Comuni del Cremasco, riorganizzandone le funzioni fondamentali e ridimensionando i servizi in modo tale da garantirne l’autonomia e l’identità. 

 

La forma associativa più adatta

"Dopo l’approfondito lavoro di analisi che ci apprestiamo a svolgere – conclude Stefania Bonaldi – va individuata la forma associativa più adatta alla nostra realtà: molte sono le variabili da considerare, la contiguità geografica, i parametri territoriali e demografici, gli assetti amministrativi esistenti, le risorse umane, strumentali e finanziarie a disposizione e  quelle eventualmente acquisibili ex novo".

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