“Quanto accaduto ieri in consiglio comunale a Crema è un fatto increscioso dal punto di vista politico e democratico: non basta, evidentemente, auto definirsi Partito “democratico” per essere autenticamente democratici”. Il capogruppo di Forza Italia, Antonio Agazzi, ne riporta una sintesi: “il sindaco chiede e ovviamente ottiene la possibilità di effettuare una comunicazione in apertura di seduta: saranno 20 minuti dedicati a un tema molto delicato, critico e attuale, quello della perdurante situazione di chiusura della piscina comunale, rispetto alla quale è in corso per altro una spontanea petizione promossa dai cittadini-utenti che certifica il diffuso malcontento, del rapporto con un gestore che ha chiesto il concordato preventivo e che vorrebbe cedere a una società spagnola un ramo della propria attività aziendale comprendente anche il nostro Centro natatorio comunale”.
I contributi e le querele
“Il tutto dopo che il sindaco-assessore allo sport ha ritenuto di accordare a Sport management un prestito di 150 mila euro (rientreranno mai?), cui si aggiungono 35 mila euro a fondo perduto, per le utenze, il cui onere avrebbe dovuto gravare sul gestore, in base al contratto di servizio sottoscritto. Comunicazione, quindi, non di poco conto, su una questione che viene ormai monitorata sul piano legale. In più, il sindaco, palesemente alterato, annuncia possibili querele all’indirizzo di qualche consigliere comunale, fatto discutibile, dal momento che sarebbe bene mantenere il confronto a un livello politico-amministrativo, ma ciascuno è libero di agire come crede”.
Inevitabile dibattito
“Inevitabile, a fronte di una simile comunicazione, che, sulla base del regolamento, le minoranze chiedano l’apertura del dibattito sulla comunicazione che il sindaco ha voluto rendere al cospetto del consiglio comunale. Un consigliere parla a favore dell’avvio della discussione (il capo gruppo della Lega Andrea Agazzi), uno, inaspettatamente, argomenta in modo contrario (il capo gruppo del Pd Jacopo Bassi): si vota, la maggioranza nega il dibattito. Jacopo Bassi aveva anticipato tale esito così motivandolo: la questione sarà affrontata in commissione di garanzia”.
La filippica monologo
“Come minoranza di centro-destra abbiamo ritenuto inaccettabile tale condotta: il sindaco si prende la tribuna del consiglio comunale per lanciare la sua filippica-monologo e noi dovremmo replicare in commissione di garanzia? E perché, allora, anche il sindaco non ha reso le sue dichiarazioni in quella sede? È stato un comportamento al contempo di arroganza e debolezza politica: l’arroganza dei numeri, la debolezza di chi evita il confronto davanti alla città e minaccia di trasferire sul piano giudiziario ciò che fatica ad affrontare in modo convincente a livello politico. Brutta pagina: a parti invertite avrebbero strepitato contro il sopruso”.
Audace arrampicata sui vetri
“È, infine, apparsa una audace arrampicata sui vetri il tentativo di addebitare alla crisi pandemica le ‘difficoltà’ attuali del comune con un gestore le cui inadempienze, come gruppo di Forza Italia, avevamo messo nero su bianco, presentando una mozione che la maggioranza, sbagliando, bocciò; ciò è avvenuto, infatti, molto tempo prima che iniziassero le restrizioni connesse con l’emergenza sanitaria ma sindaco, giunta e maggioranza non ebbero coraggio e preferirono continuare con una gestione di cui utenti e minoranza avevano puntualmente segnalato le criticità. Oggi il sindaco si trova a fronteggiare una situazione a dir poco ingarbugliata e con gli ‘amici’ del M5S e di Rifondazione comunista che hanno presentato esposti alla Corte dei Conti e non riesce più a celare il proprio nervosismo”.