10-07-2024 ore 20:38 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

‘Servizi abitativi pubblici, il sistema è a rischio: utenza molto fragile, servono investimenti’

Il consiglio comunale di Crema ha affrontato un tema di grande attualità e di straordinaria importanza per lo stato di salute delle comunità dell’area omogenea cremasca. Il rinnovo della convenzione Aler (fino al 2027) ha consentito di effettuare una panoramica approfondita sui servizi abitativi pubblici. Argomento di crescente interesse anche a livello regionale e nazionale, bisognoso di forti investimenti e altrettanto grandi innovazioni. Partendo da un assunto, reso con termini inequivocabili dall’assessora Cinzia Fontana: “la sostenibilità del sistema del servizi abitativi pubblici è a rischio”.

 

Quasi 1700 alloggi

Il patrimonio abitativo pubblico del comune di Crema è formato di 889 alloggi (gestiti dall’Aler): sono di proprietà del comune 358 alloggi, gli altri 531 sono dell’Aler. Nel 2017 la regione Lombardia ha approvato un nuovo regolamento; il servizio abitativo pubblico rimane in capo ai comuni, mentre la gestione delle domande e dei bisogni è passata al piano d’ambito, che si occupa, per esempio, degli avvisi per le domande di edilizia popolare. A livello locale se ne occupa Crema per i comuni del territorio. Vediamo il patrimonio abitativo pubblico del cremasco: complessivamente gli alloggi sono 1672: di questi, 997 sono di proprietà di Aler e 675 di proprietà dei comuni. Sui 48 comuni del territorio cremasco, il comune di Crema detiene il 53 per cento del patrimonio abitativo. Per Cinzia Fontana, numeri alla mano, il “tema è molto ampio e di interesse trasversale”.

 

 

Abitati o sfitti

Un altro parametro di grande importanza è quello riguardante il grado di occupazione degli alloggi di proprietà del comune di Crema: dei 358 alloggi sono regolarmente occupati 285, mentre nove sono in fase di assegnazione e 23 sono assegnabili. Ammonta a 41 il numero degli alloggi ‘sfitti’, “non assegnabili perché da manutenere, con la necessità di interventi”. Da tenere ben presente “la media dei costi: si aggira sui 25-30 mila euro”. Il conto è presto fatto: “Si evidenzia la necessità di 1,2 milioni di euro” per poterli sistemare e rimettere a disposizione, quindi a reddito.

 

 

Utenza particolarmente fragile

Risale al 2020 la precedente, corposa revisione della convenzione Aler. Una operazione portata a termine “con l’obiettivo di aumentare l’intersettorialità”. Come spiega l’assessore Fontana, “il sistema del servizio abitativo pubblico, così come l’abbiamo conosciuto in passato, oggi è oggettivamente a rischio. La composizione dell’utenza è diventata particolarmente fragile. Le morosità sono aumentate, il patrimonio è datato, figlio di una politica per la casa degli anni Sessanta, dove erano state messe risorse a livello nazionale per la costruzione delle case necessarie ad ospitare gli operai a basso reddito e loro famiglie. Negli ultimi decenni si è modificata tantissimo l’utenza”.

 

La morosità

Una delle priorità per rendere sostenibile il sistema riguarda la possibilità e la modalità da utilizzare per “recuperare le morosità”. Il servizio è “in capo all’Aler quando gli alloggi sono gestiti da loro, ma quando vengono liberati, i soggetti morosi non più residenti negli alloggi devono essere riportati in capo al comune”. Per affrontare la questione, il comune di Crema ha deciso di istituire “un gruppo di lavoro interno intersettoriale”. Le amministrazioni locali stanno cercando di favorire accelerare “l’inclusione”, obiettivo da raggiungere attraverso l’attività nei quartieri: “cerchiamo, non senza fatica, un coinvolgimento e una presa di responsabilità sempre maggiore”. Materia inserita nel piano di zona e all’ordine del giorno del tavolo dell’abitare.

 

Gruppo di lavoro

“L’ultima convenzione - ha sottolineato Cinzia Fontana - ha portato all’istituzione di un gruppo di lavoro interno che comprende vari settori: manutenzione e patrimonio, sociale, finanziario, polizia locale, anagrafe e protocollo. L’attivazione della mediazione abitativa in coprogettazione, il piano di zona 2021-2023, il tavolo dell’abitare, con la redazione dei piani annuali di offerta abitativa pubblica nell’ambito sociale cremasco, le verifiche di morosità colpevole o incolpevole degli inquilini e gli sloggiati”.

 

 

Cosa è stato fatto

Dall’entrata in vigore dell’ultima convenzione, ovvero negli ultimi quattro anni, sono state effettuate una serie di manutenzioni straordinarie: “è stato concluso il recupero di 14 alloggi sfitti, è stata completata la manutenzione straordinaria della copertura del fabbricato di via Macello, il rifacimento della copertura del fabbricato di via Boldori. È stato approvato il progetto esecutivo di manutenzione della copertura dei fabbricati di vicolo Rino e via Valera, approvato il progetto esecutivo di sostituzione delle persiane di tutti gli alloggi di vicolo Rino, via Valera e piazzetta Terni. È stato affidato l’incarico per il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria del fabbricato di via Ponte della Crema, è stato affidato l’incarico per il progetto esecutivo per il rifacimento della copertura fabbricato piazza Premoli, in attesa poi del via libera della Soprintendenza. Si parla di un investimento di circa 1,3 milioni di euro: 250 mila euro vengono dalla regione Lombardia”.

 

Convenzione 2027

Eppure la mole di lavoro è significativa e senza interventi degli enti sovracomunali sarà quasi impossibile assicurare la tenuta del sistema. “Il comune spera in un nuovo bando regionale a breve”, perché si rende necessario “intervenire anche su fabbricati in uso, ad esempio in via Galli”. La nuova convenzione è in vigore dal primo luglio 2024 e terminerà il 30 giugno 2027. In chiusura vediamo le modifiche principali: una definizione più puntuale della gestione dei procedimenti di assegnazione degli alloggi, la garanzia dello sportello operativo decentrato, il monitoraggio del programma, le manutenzioni ordinarie, protocolli operativi, con i compensi ad Aler riparametrati.

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