09-09-2024 ore 08:37 | Politica - Dal cremasco
di Elena De Maestri

Cremasco. ‘Gli orari di apertura al pubblico degli uffici comunali devono essere ampliati’

Rifondazione Comunista parla dell’autonomia differenziata e delle difficoltà riscontrate nel ritirare le firme riguardanti la proposta di annullamento. Piergiuseppe Bettenzoli racconta di aver girato i comuni del territorio “a richiedere i certificati elettorali dei cittadini che hanno firmato la proposta di referendum per l’abrogazione della legge sull'autonomia differenziata. Ogni comune ha giorni e orari di apertura diversi, per cui arrivi, per esempio, a Spino d’Adda e scopri che il mercoledì il comune è chiuso, come pure a Capralba, a Pandino invece il giorno di chiusura è il giovedì. A Pianengo invece l’ufficio anagrafe, stato civile ed elettorale riceve solo previo appuntamento il martedì, mercoledì, venerdì e sabato. Il lunedì e il giovedì dalle ore 10 alle ore 12.30”.

 

Il mercoledì dei cittadini’

“Insomma, il cittadino deve districarsi tra giorni, orari, appuntamenti, come se fossimo ancora in pieno periodo covid. Per non parlare del fatto che in alcuni comuni il sindaco non ha delegato l'addetto all'elettorale alla firma dei certificati, pertanto tocca tornare un altro giorno se il sindaco non è presente in comune. Una volta la Prefettura di Cremona, in applicazione della legge sul piano territoriale degli orari, aveva concordato con tutti gli enti pubblici, comuni, agenzia delle entrate, Inps, Inail, Ats, il mercoledì dei cittadini, una giornata di apertura degli uffici al pubblico, al mattino e al pomeriggio, per favorire il rapporto con i cittadini e l’armonizzazione dei diversi sistemi degli orari”.

 

Stop agli appuntamenti

“È chiedere tanto ai comuni del cremasco di impegnarsi a  garantire una fascia oraria minima di apertura tutti i giorni uguale in ogni ente? Quelli più grandi potrebbero ampliare questa fascia ma sarebbe già un successo sapere che dalle 9.30 alle 12 tutti i servizi dei comuni cremaschi sono aperti ai cittadini. In ogni caso, cari sindaci, stop agli appuntamenti, utilizziamoli solo per determinati servizi che vedono una ridotta presenza in molti comuni, per esempio l’assistente sociale, o il tecnico comunale”.

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