“Sconcertato. È la prima parola che mi è venuta in mente quando ho sentito l’entità dell’aumento dei costi per la costruzione del raddoppio del ponte dell’Adda a Spino”. Il sindaco Enzo Galbiati non sceglie giri parole, va dritto al punto: “Il secondo lotto del raddoppio della Paullese da Dovera a Spino è terminato nel 2015. Nel 2016 la Provincia di Cremona aveva già terminato il progetto definitivo del raddoppio del ponte. Il costo: 16 milioni di euro”. In questa ormai annosa vicenda, l’indicativo, il tempo della realtà e della certezza, è costretto ad abbandonare i lidi conosciuti per inoltrarsi nel vago, affidarsi all’incerto e approdare nella terra dello sconosciuto.
La burocrazia
“Purtroppo, come sempre negli atti pubblici, prende il sopravvento la burocrazia”. Nel 2016, col progetto concluso, “si doveva solo definire la competenza dei lavori”. Il nuovo ponte era stato inserito “all’interno dei lavori di riqualificazione di tutta la Paullese”. Ecco i primi scricchiolii: “Prima la progettazione del ponte era di competenza della Provincia di Cremona, poi è passato alla Provincia di Milano, di seguito alla Città metropolitana”. Nel frattempo di acqua sotto le vecchie campate ne passa parecchia e guarda caso, altra italica tradizione, i costi aumentano, raggiungendo la non indifferente quota di 18 milioni di euro: “Finalmente – riprende Galbiati - nell’aprile del 2019 viene approvato il cambio del soggetto aggiudicatore dell’opera”. E dalla Città metropolitana il giro dell’oca è completo: “si torna alla Provincia di Cremona”.
La revisione
“Per tutto il 2019 e 2020 – racconta il sindaco di Spino d’Adda - si sono succeduti vari incontri tecnici con gli enti incaricati a rilasciare i pareri di conformità del progetto. Nel giugno 2020 il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha chiesto una revisione del progetto che ha portato a scelte migliorative sotto l’aspetto della mitigazione ambientale. Nel frattempo il costo è aumentato a 22 milioni di euro, fortunatamente coperti dagli enti, ovvero dalla regione Lombardia e in parte dalla Provincia di Cremona”.
Modifiche e garanzie
Passa altro tempo. Siamo nel novembre del 2021 e “per il progetto del raddoppio del ponte della Paullese sul fiume Adda a Spino arriva il via libera dal Ministero della transizione ecologica”. Ovviamente “con alcune modifiche di mitigazione ambientale”. Venendo all’attualità, Galbiati spiega che “oggi gli uffici della Provincia di Cremona stanno ancora modificando il progetto definitivo, adeguandolo alle richieste del Ministero. Dovrebbe essere tutto completato prima dell’estate, ma ancora una volta il tutto non potrà essere presentato per l’approvazione definitiva finché non verranno garantite le coperture economiche”.
Il tempo dell’irrealtà
“Qui entra in gioco di nuovo la burocrazia”. E la situazione è tanto assurda da rendere necessaria l’introduzione di un periodo ipotetico. Per dovere di chiarezza, il tempo dell’irrealtà: “Se si fosse andati a gara tre anni fa – sbotta Galbiati - ora i lavori sarebbero già stati iniziati. Il tutto ad un costo di 22 milioni di euro. Ora si parla di 38 milioni di euro solo per il Ponte Adda, chi ci mette la differenza per completare un’opera iniziata nel 2005 da Crema fino a Spino? Si riuscirà a completare questa opera importantissima per la provincia di Cremona e soprattutto per il territorio Cremasco?” Tempi certi non son dati. Potremmo far ricorso agli studi. Utinam, direbbero i latini. Che significa? Volesse il cielo.