“Il confronto tra maggioranza e minoranza sul futuro di Finalpia, della Fondazione e del suo patrimonio, sta, purtroppo, un poco deragliando, io proverei a farlo ripartire chiedendo a sindaco, giunta e maggioranza di considerare seriamente la proposta unitaria del centrodestra cittadino in merito: quella, cioè, della fusione per incorporazione di Fondazione opera pia marina e climatica cremasca con Fondazione benefattori cremaschi, unica vera alternativa alla vendita”. Tenta di calmare le acque Antonio Agazzi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale dopo la querelle che si è innescata in questi giorni tra il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi e i consiglieri di minoranza Laura Zanibelli (Forza Italia) e Sandro Di Martino (Polo civico). Secondo i due consiglieri: “Le cause della grave situazione attuale in cui versa Fondazione Finalpia sono da ricondursi a livello politico al Pd e a livello amministrativo al sindaco Bonaldi e al cda di Finalpia, dalla stessa interamente nominato. Ora non sanno fare altro che proporre la vendita dell’immobile per tentare di porre rimedio alla loro disastrosa gestione. Ma la vendita sarebbe un ulteriore imperdonabile errore”.
'Negare la realtà'
Sul punto è intervenuto anche il circolo locale del Pd. Secondo il capogruppo in consiglio comunale Jacopo Bassi ed il segretario Antonio Geraci “addossare la responsabilità di quanto è accaduto a Finale Ligure al Pd, al sindaco di Crema e all’attuale cda, non solo è una delle forme più alte di negazionismo, è la negazione stessa della realtà e dell’evidenza, oltre che delle proprie responsabilità”. Per il Pd la mala gestione di Finalpia è da imputare agli esponenti di centrodestra: “Il loro fallimento è stato l’inizio dell’odissea della Fondazione opera pia”. Ora, per provare a risolvere la situazione, si rende necessario “un confronto con la città e le realtà sociali per condividere il futuro di Finalpia, che non è un 'bene' di qualcuno ma di tutti i cremaschi”.
'Ipotesi fantasiose'
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Bonaldi, per la quale: “esponenti politici che sarebbero tenuti alla prudenza costruiscono ipotesi fantasiose, collocando nel presente la responsabilità di dovere decidere seriamente del destino dell’ex Colonia”. Il primo cittadino comunque apre al dialogo: “Che io sia per l’alienazione dell’immobile e auspichi la destinazione dei proventi alla realizzazione in città di una struttura per anziani e minori, è cosa nota, ma è altrettanto noto quanto la sottoscritta sia disposta a discuterne, ad accettare soluzioni che salvino bilanci, finalità, storia di quelle mura”.
Costruire progettualità
L'obiettivo resta la costruzione di una progettualità condivisa: “Quello che faremo sarà affiancare il cda in un percorso istituzionale di ascolto dei portatori di interesse nel campo della assistenza agli anziani e ai minori, coinvolgendo anche i gruppi consiliari, per arrivare presto a definire una progettualità concreta cui destinare i proventi della alienazione, con una forte vocazione sociale in linea con la missione della Fondazione e da realizzare in città a beneficio, stavolta davvero, delle cittadine e dei cittadini cremaschi”.