06-01-2021 ore 12:05 | Politica - Crema
di Sara Valle

Futuro di Finalpia. La sinistra è favorevole alla vendita, 'previa condivisione di intenti'

“Ci esprimiamo a favore della vendita dell’hotel di lusso poiché non produce alcuna rilevante ricaduta positiva sulla comunità cremasca (anche per via di una gestione inefficace da parte dell’attuale Cda), tuttavia questa nostra posizione è subordinata alla necessità di declinare meglio ciò che si intende fare con il ricavato della vendita. Allo stato attuale non pare che esserci un’ipotesi così generica da rischiare di sembrare campata per aria”. È questa la posizione de La sinistra sull'annosa questione Finalpia. La esprimono il capogruppo in consiglio comunale Emanuele Coti Zelati e il coordinatore locale Paolo Losco. Chiedono condivisione ad una maggioranza “con caratteristiche di grande incoerenza”, perché “da un lato vuole una Fondazione Finalpia autonoma ma dall’altro pretende di dettare l’agenda dello stesso Cda”.

 

'Grande incoerenza'

La sinistra non sembra aver gradito le modifiche allo statuto che intendono rafforzare l'indipendenza e l'autonomia decisionale dell'ente rispetto all'amministrazione comunale. “La nuova normativa non consente al consiglio comunale di mantenere un vero controllo sul Cda della Fondazione colonia Finalpia, cosa che rischia di produrre delle aberrazioni come quella che abbiamo visto su Fondazione benefattori cremaschi. Il caso dei fondi che Uniti per Cremona rivuole indietro perché spesi su capitoli differenti rispetto a quelli previsti dalla donazione e la reazione del sindaco Bonaldi che non commenta, perché la cosa riguarda Fbc e Uniti per Cremona e non il Comune, è sufficientemente emblematico di una politica che non si prende le proprie responsabilità e di un organismo con cui, per poter interloquire, i capigruppo di minoranza hanno dovuto predisporre una richiesta scritta comune, salvo poi scoprire che la comunicazione tra la Presidente di Fbc Baruelli e la sindaca è costante. Delle due l’una: o si è autonomi oppure no. Se si decide di essere autonomi dialogando, tale dialogo non può essere uno scambio personale”, deve essere “istituzionale, in primis con tutto il consiglio comunale”.

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