Le politiche di contrasto alla povertà si arricchiscono del sostegno di inclusione attiva (Sia). Come spiegato venerdì scorso nell’ambito di un dibattito alla festa de l’Unità dalla deputata del Partito democratico Cinzia Fontana “è un sussidio per le famiglie in condizioni economiche molto disagiate, con un Isee inferiore o uguale a 3 mila euro, dove almeno un componente sia minorenne, oppure sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza”. È già possibile presentare richiesta al comune di residenza, al fine di godere di questo beneficio, ma il nucleo familiare richiedente dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa.
I benefici e la carta elettronica
Il beneficio economico, che varia da 80 a 400 euro mensili, a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare, viene erogato attraverso una carta di pagamento elettronica. La misura di sostegno viene concessa bimestralmente, dura un anno e per potervi accedere già dal primo bimestre (novembre-dicembre 2016), i cittadini avranno tempo fino al prossimo 31 ottobre per presentare la domanda, secondo le modalità stabilite dal proprio comune di residenza, utilizzando il modulo predisposto dall’Inps. Non è prevista una scadenza per la presentazione delle domande. Il riferimento normativo è il Decreto interministeriale del 26 maggio 2016.
Presentazione della richiesta
Dallo scorso venerdì, i cittadini che posseggono i requisiti possono presentare la richiesta per il Sia al proprio comune. Entro due mesi verrà erogato il beneficio economico, ed entro 60 giorni dall’accreditamento del primo bimestre (90 giorni, per le richieste presentate fino ad ottobre), devono essere attivati i progetti personalizzati, ed in fase di prima applicazione c’è l’obbligo di attivazione per il 50% dei beneficiari.
Progetti personalizzati
Elemento essenziale del nuovo strumento di lotta alla povertà, è l’attivazione di interventi volti al miglioramento del benessere complessivo e alla riconquista dell’autonomia del nucleo familiare. Viene affidato ai comuni, coordinati a livello di ambiti territoriali, la predisposizione di progetti personalizzati, per la presa in carico dei soggetti interessati e finalizzati al superamento della condizione di povertà, secondo le linee guida individuate a febbraio dalla conferenza stato-regioni-città e autonomie locali. I progetti saranno realizzati tramite servizi sociali, centri per l’impiego, servizi sanitari, scuole, ed anche soggetti privati.