05-03-2014 ore 09:26 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Appalto rifiuti, “un affare da 150 milioni di euro”. Rifondazione sprona il sindaco Bonaldi: “gestione in house per garantire la salvaguardia del territorio”

Non si abbassa il livello di attenzione delle forze politiche della città e del territorio per quanto riguarda la gestione in house del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. “L’appalto territoriale decennale della raccolta e smaltimento dei rifiuti vale circa 150 milioni di euro, è quindi naturale che alimenti più di un appetito, un business di questa portata può richiamare l’attenzione non solo delle società locali o nazionali ma anche di aziende multinazionali”. Così i consiglieri comunali di Crema Mario Lottaroli e Camillo Sartori, oltre ad Andrea Serena e Beppe Bettenzoli della segreteria di Rifondazione Comunista

 

Sirene, sponsor e violazioni

“Forse non a caso risuonano le sirene del centrodestra e crescono gli sponsor dell’esperienza privatistica di Rivolta d’Adda, delle quale riferiremo più avanti le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori. E’ ormai assodato e riconosciuto da tutti che è stato un madornale errore l’assegnazione di stazione appaltante per la gara di raccolta dei rifiuti ad Scrp, era palese il duplice conflitto di interessi presente in questa scelta, intrinseco al legame esistente con Lgh”.

 

La direttiva europea

“Adesso – sostengono gli esponenti di Rifondazione - è necessario fare un passo indietro per farne più d’uno in avanti. Come? La direttiva del Parlamento Europeo approvata il 14 gennaio 2014, in materia di appalti pubblici consente agli Stati membri di decidere come desiderano gestire ed eseguire i lavori pubblici ed i servizi ai cittadini. Questo può avvenire sia attraverso la gestione in house, sia esternalizzandoli a società private. Vengono così a decadere le norme legislative nazionali che numerosi problemi avevano creato agli enti pubblici locali in ordine alla possibilità di utilizzare lo strumento in house providing”.

 

La gestione in house

“La proposta che avanziamo, o meglio rinnoviamo, ai sindaci del territorio e in primis a Stefania Bonaldi, è quella di incamminarci speditamente verso la gestione in house del servizio, per non disperdere l’eccellenza e l’esperienza positiva del territorio, incrementare la raccolta differenziata, garantire la tracciabilità dei rifiuti e tutelare i diritti contrattuali degli addetti”.

 

Sfruttamento intensivo dei lavoratori

“Il ‘miracolo’ di Rivolta d’Adda – aggiungono - è stato svelato dalla responsabile Cgil Francesca Di Bella e si chiama ‘sfruttamento intensivo dei lavoratori’. Infatti l’azienda Nuova Spurghi Jet che gestisce il servizio, dichiara la sindacalista, non rispetta la norma contrattuale che stabilisce il rapporto addetti e abitanti pari ad 1 ogni 1000. A Rivolta il rapporto è pari ad 1 ogni 3 mila. Turni di lavoro di 10-12 ore al giorno, gli straordinari non vengono retribuiti. I buoni pasto non vengono corrisposti, le retribuzioni sono saldate in ritardo e la tredicesima mensilità è stata accreditata nel mese di febbraio. Il vestiario degli addetti non viene rinnovato”.

 

Gare al ribasso

“Di questi miracoli è piena l’Italia e a Crema non li vogliamo vedere. Purtroppo sono molti gli amministratori pubblici che non si curano delle conseguenze delle gare di appalto al ribasso e non s’indignano che a pagare i risparmi sul servizio siano i lavoratori. Questa prassi per noi è inaccettabile. Sono tanti i comuni ed i territori che si stanno orientando verso la gestione in house del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, perché attraverso l’affidamento diretto ed il controllo analogo degli enti locali ottengono maggiori garanzie sulla qualità del servizio. Riteniamo che una gestione efficiente del servizio garantisca una migliore vivibilità e salvaguardia del territorio, diritto al quale non vogliamo rinunciare, certi di non essere i soli a rivendicarlo”.

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