“Sarò uno di voi”. Così, tra gli applausi dei colleghi, tutti tranne due, una manciata di minuti dopo le 19 l’inossidabile e intramontabile Gianni Rossoni ha concluso il suo primo intervento da presidente dell’Area omogenea cremasca. Riunisce quindi anche la carica di presidente di Consorzio.it, braccio operativo dei comuni cremaschi. Un’ora prima aveva aperto l’assemblea nell’aula degli Ostaggi di Crema, il presidente uscente, Aldo Casorati affiancato dal sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi, che aveva auspicato “una guida autorevole ma dialogante”. Unici contrari all’elezione i sindaci di Monte Cremasco e Chieve, ovvero Giuseppe Lupo Stanghellini e Davide Bettinelli. Hanno spiegato di “non essere allineati” e di non condividere tempistiche e metodo, seppur ritenessero Rossoni “candidato di prestigio, competente e con esperienza decennale”. Come spiegato da lui, “dal 1990, esattamente 32 anni. Ogni carica elettiva è stata guadagnata, non sono mai stato nominato”.
Stesso tavolo ma non stessa testa
Superato un pizzico di imbarazzo ed un inatteso silenzio, il dibattito è proseguito con Giovanni Sgroi. Il sindaco di Rivolta d’Adda ha assicurato i presenti che non li avrebbe tediati con le Catilinarie: risparmiando dunque dalle celebri quattro orazioni di Cicerone contro l’avversario, ha rifuggito l’idea avanzata in precedenza “dell’accordo tra segreterie di partito” e che l’elezione di Rossoni aveva avuto “rallentamenti e avanzamenti” non riconducibili all’attesa dell’esito delle elezioni del 25 settembre, ma “al lavoro per ricucire i rapporti con i recedenti”. Un groviglio che “minava l’unità del territorio”. Riunire le due funzioni di presidente di Consorzio.it e dell’area omogenea fa invece sì che Rossoni sia “il coordinatore, non il gestore” e soprattutto che “gli atti di indirizzo e di esecuzione partiranno dallo stesso tavolo e non dalla stessa testa”. Per chiudere, ha “apprezzato la totale trasparenza metodologica” che ha portato alla proposta di Rossoni. E che comunque, nel caso qualcuno avesse desiderato presentare altre candidature, i colleghi sindaci ne avrebbero certamente potuto discutere. “Come è normale che accada in democrazia”.
Apertura territoriale e condivisione
Spiegando che “c’è un tempo per le proposte ed uno per la scelta”, il sindaco di Soncino, Gabriele Gallina, ha definitamente chiuso l’accenno di frattura, arrivando ad esprimere “il merito di Crema” che, in discontinuità rispetto al passato “ha reputato di dare la presidenza ad un altro sindaco, dimostrando apertura territoriale e condivisione a livello politico”. In sostanza, “è un bene che ci sia un’unica figura, non dobbiamo partire con un’ottica di controlli e sospetti incrociati. La presidenza unica, quindi Rossoni, è rappresentativa di tutto il territorio”. Sottolineando come “pur non essendo Castelleone cremasco", sia "convintamente nell’area omogenea cremasca e ci resterà”, il sindaco Pietro Fiori ha ribadito come “Crema sia leader del territorio e lo abbia dimostrato negli anni”. Giunti ormai “al tempo dell’azione”, visto che siamo “in un tempo fertile” e che “il cambio di passo all’interno di Consorzio.it, grazie a Bruno Garatti, ci permette di sognare in grande”. Per Fiori, il fatto che il presidente coincida “è fondamentale. Ci sarà sintonia di intenti”. La proposta di Crema rappresenta “un’apertura massima”. Non solo: “Convintamente sostengo Gianni per un ruolo che non è solo onore ma anche onere, un ruolo che ricoprirà al meglio”.
Il metodo più veloce
Ha introdotto un altro aspetto fondamentale per leggere l’attualità politica locale il sindaco di Agnadello, Stefano Samarati: “Abbiamo sempre ritenuto che l’area omogenea e Consorzio.it fossero troppo sbilanciati, fossero troppo Crema centrici. Ora dovremmo vedere come un punto di pregio, dovremmo vantarci di essere riusciti a tralasciare gli ideali di parte per un obiettivo condiviso e superiore”. Apprezzando la folta presenza nella sala consiliare di Crema, Enzo Galbiati, sindaco di Spino d’Adda, ha rimarcato l’obiettivo comune: “ci premeva e ci preme avere un braccio operativo unito e funzionante. Quello adottato è il metodo più veloce per mettere in campo i progetti e ottenere ciò che il Pnrr ci può dare, se ancora può farlo”. Posto al voto l’ordine del giorno, Rossoni è risultato eletto con la sua astensione e il voto contrario dei sindaci di Chieve e Monte Cremasco. Dopo la stretta di mano e l’abbraccio con Casorati, ne ha tessuto le lodi per l’impegno e l’abnegazione al servizio del Cremasco.
La grande responsabilità
Ha quindi tratteggiato gli elementi fondamentali del prossimo futuro: “abbiamo una grande responsabilità. Il cremasco deve tornare ad essere protagonista”. Le priorità: “la riforma sanitaria e la sanità territoriale. Abbiamo la grande sfida dei servizi, a partire dalle comunità energetiche. Il compito mio precipuo è quello di consolidare l’unità territoriale”. Settimana prossima verrà riunito il comitato ristretto. Dovrà elaborare una bozza di regolamento e raccogliere le prime indicazioni nella formazione della giunta: “un organismo che sappia formulare proposte da sottoporre all’assemblea”. Sul tema infrastrutturale “dovremo svolgere un ruolo da protagonisti”. Per quanto concerne l’energia: “un segnale potrebbe essere lo spegnimento per qualche ora dell’illuminazione pubblica”. Perché “la gente ha bisogno di risposte. Non di parole”. Sic et sempliciter..