“L’azienda ospedaliera di Crema deve mantenere la propria autonomia, solo questo potrà garantire i reparti, le prestazioni, il livello attuale dei servizi sanitari resi dall'Ospedale Maggiore”. Questa la considerazione da cui partono Gabriele Piazzoni e Agnese Gramignoli, rispettivamente coordinatore provinciale e locale di Sinistra ecologia e libertà, dopo il presidio che si è svolto venerdì mattina davanti alla struttura di largo Ugo Dossena.
Malati erranti
“Il nostro territorio – proseguono i coordinatori – è stato negli ultimi decenni spogliato di ogni altra struttura ospedaliera e l'Ospedale Maggiore di Crema è l'unico presidio simile rimasto nel Cremasco. Un suo indebolimento o ridimensionamento priverebbe metà della popolazione provinciale di cure facilmente accessibili, costringendo oltre 150 mila cittadini cremaschi a diventare malati erranti, costretti a raggiungere altre strutture, a Cremona o magari a Mantova, per cure e prestazioni che oggi sono erogate dal nostro ospedale”.
Consiglio aperto
“Oltre all'impegno che va profuso nelle sedi di Regione Lombardia dai rappresentanti cremaschi, è doveroso che si coinvolgano tutti gli attori e che tutti siano informati dei pericoli che si corrono. Per questo crediamo che Crema debba farsi carico di convocare un Consiglio Comunale aperto, che veda il coinvolgimento di tutto il territorio al fine di avviare il più rapidamente possibile la mobilitazione a difesa dell'azienda ospedaliera. Al momento nulla è definitivo o immodificabile – conclude Piazzoni – non possiamo rinunciare, non ce lo possiamo permettere”.