04-03-2016 ore 20:51 | Politica - Crema
di Ilaria Bosi

Forza Italia, intervista a Renato Ancorotti: “non mi interessano i numeri ma le idee”

“Non mi interessano i numeri ma le idee. La battaglia delle tessere non fa per me” è carico e motivato Renato Ancorotti a 48 ore dal congresso di Forza Italia che lo vedrà candidato alla carica di coordinatore cittadino. Sessant’anni tra pochi giorni, affermato imprenditore nel settore della cosmesi, Ancorotti ha trovato il tempo per ricevere Cremaonline nella propria azienda e rispondere alle nostre domande. Ci accoglie con una corposa rassegna stampa sulla scrivania. “Lei lo ha letto questo articolo?” chiede a bruciapelo porgendoci un articolo uscito nei giorni scorsi su Libero? “Berlusconi dice che il candidato ideale è un imprenditore, conosciuto e stimato, capace di saper guidare persone e di gestire strutture”.

 

Sembra parli di lei. Sta già pensando a Crema nel 2017?

“Ma no, le faccio un discorso più ampio e generale. Un partito dovrebbe funzionare come una azienda: regole certe, trasparenza, organizzazione, progetti”.

 

Perché si è candidato per il coordinamento cittadino di Forza Italia?

“Prima di tutto perché guardando alle elezioni amministrative della primavera del 2017 c’è la necessità di un partito unito. Io ritengo di essere super partes e di potermi mettere a disposizione per riunire e coordinare il partito”.

 

I suoi antagonisti non sono d’accordo: dicono che lei sia “uomo di Beretta” o comunque che la sua sia una candidatura imposta dall’alto.

“Posta la stima nei confronti di Simone Beretta che è il mio capogruppo in consiglio comunale io rispondo solo a me stesso. L’unica tessera che “controllo” all’interno del partito è la mia. Non ho nemmeno tesserato la mia famiglia. Ho 300 collaboratori, crede che sarebbe tanto difficile fare delle tessere per vincere la battaglia dei numeri? A me non interessa. Io voglio idee. La battaglia delle tessere è roba vecchia. Scriva pure che Beretta non compare nemmeno nella lista a mio sostegno. Anzi, sinceramente non ho chiesto a nessuno di sostenermi e chi sarà con me al congresso lo ha fatto mettendosi in gioco personalmente”.

 

Qualche nome?

“Le dico una cosa che le farà piacere. La mia lista è aperta da tre donne in ordine alfabetico. Un avvocato, una dirigente scolastica e una manager. E poi tanti amici del partito che hanno voluto spontaneamente darmi il loro sostegno. Non sono il tipo che va in giro a chiedere le tessere al parrucchiere o al carrozziere solo per fare numero. Io non ho tesserato nessuno perché mi votasse ai fini del congresso: preferisco chi fa parte del partito perché crede davvero in un progetto, in un obiettivo, nei valori che Forza Italia rappresenta”.

 

A proposito di nomi. Fa scalpore la notizia della candidatura, nella lista contrapposta alla sua- di Opimio Chironi, suo storico alleato. È scoppiata la coppia?

“Io non sono coppia politica con nessuno. Chironi è stato un amico, ha fatto scelte diverse. Se lui è il nuovo che avanza lo voteranno. Mi risulta sia speso come capolista quindi sarà il vice coordinatore”.

 

Ritiene di avere i numeri per vincere?

“Da un punto di vista matematico non ne sono ancora certo. Dall’altra parte c’è chi ci lavora da un anno facendo tessere a ripetizione con l’obiettivo di rottamare questo o quell’altro e visto quello che poi combinano i rottamatori a livello nazionale… Per quanto riguarda le competenze mi metto in gioco, come chiunque, accettando una sfida che è tutt’altro che facile. Non ho ancora idea di come sarà strutturato un eventuale coordinamento guidato dal sottoscritto, ma so per certo che ci saranno obiettivi di trasparenza, organizzazione e regole certe. Lo dobbiamo agli iscritti e ai cittadini che vorranno tornare ad avvicinarsi al centro destra”.

 

L’accusano di non avere tempo per fare il coordinatore...

“Come gestire il tempo e l’agenda è una delle cose più importanti del mio lavoro. E credo di saperlo fare abbastanza bene. Nella mia testa quelli che hanno tempo sono pensionati, nullafacenti e disoccupati. Chiunque abbia un lavoro ha tempo limitato. Proprio perché voglio un partito inclusivo in cui c’è spazio per chi vuole partecipare non ho paura. Se eletto coordinerò una squadra che democraticamente lavorerà su progetti e obiettivi, come si fa in un'azienda. Sarà una squadra con delle competenze a cui delegherò questioni e progetti, per ora è questo quello che so”.

 

Crema 2017 si avvicina: come vede il futuro?

“Credo sia necessaria una figura che sappia unire anziché dividere, non solo all’interno del partito ma nel centro destra cremasco. Io ho sempre conservato buoni rapporti con tutti, non mi interessa fare fuori l’uno o l’altro ma semplicemente far convergere tutti su un candidato che abbia le carte in regola per essere alternativo a Stefania Bonaldi. E ovviamente voglio vincere. L’unica cosa che dobbiamo cambiare radicalmente oggi è lo stato in cui versa la nostra città”.

 

Se non dovesse vincere il congresso domenica?

“Pazienza. Non ho bisogno di vincere il congresso per ritagliarmi un ruolo in città. Sono consigliere comunale, continuerò a fare vita di partito come ho fatto negli ultimi 4 anni, continuerò quando necessario a esprimere il mio dissenso se le cose non vanno, a guardare con curiosità ogni progetto che favorisca occupazione, lavoro, sviluppo, a dare quando richiesto il mio sostegno a iniziative meritevoli. E a fare il mio lavoro: l’anno scorso abbiamo assunto 70 persone, indipendentemente dal congresso credo di poter continuare a dare il mio contributo alla città anche così”.

 

Insomma un uomo libero e non ossessionato dal partito?

“Esatto. Non appartengo a nessuna corrente, non ho mai chiesto posti o poltrone e quando è stato necessario ho lasciato progetti dai quali non mi sentivo più rappresentato”.

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