04-02-2022 ore 12:34 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Beretta stana il centrodestra: ‘ora è venuto il momento di decidere il candidato’

“Chi sta scegliendo oggi il candidato del centrodestra ci ha già fatto perdere le elezioni l’ultima volta”. In sostanza, se sbagliare è umano, tradotto dal politichese, perseverare non è diabolico, è sciocco. Incontrando la stampa locale, stamattina Simone Beretta ha affrontato “la profonda spaccatura del centrodestra locale e nazionale” e ha evidenziato come l’attuale situazione “abbia delle responsabilità cristalline e dalle quali non si possa sfuggire”. Quindi ha annunciato che la sua candidatura è viva e vegeta, o meglio, mutuando il motto della sua figura di riferimento, “resta in campo”. Il consigliere di minoranza - “faccio sempre parte del gruppo di Forza Italia, ma da oggi firmo solo col mio nome” - è andato dritto al punto: “sono disposto a fare un passo indietro nel caso venisse candidato Antonio Agazzi”, persona ritenuta in grado di “unire tutto il centrodestra”. Non solo: “se Antonio non venisse considerato in grado, devono venirlo a dire”. Trovassero “una figura di alto profilo”, sarebbe disposto a fare “non uno ma due passi indietro”.

 

A disposizione”

Elegante, in cravatta e camicia, a suo agio nella Sala delle Vele, Beretta ha ritrovato la verve fumantina delle grandi occasioni. Ha confidato, diciamo così, (edulcorando il motto originale) che “certo, accidenti se mi piacerebbe fare il sindaco! Ma sono realista. E io lavoro per il bene del centrodestra. Quindi sono disposto a fare un passo indietro, a mettermi a disposizione di un progetto che possa raggiungere i punti che ritengono importanti”. Quali sono? “Di certo non vanno in continuità con questa amministrazione”. Nel caso il centrodestra (alias Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega) non dovesse candidare Antonio Agazzi “o una figura di altrettanto valore”, il suo futuro programma avrà “almeno 20 punti strategici. Sarà molto chiaro. Non si può prendere in giro la gente dicendo votatemi e poi vi diremo il programma”.

 

 

Mix di giovani ed esperti

La giunta? “Tre persone con esperienza amministrativa e poi i giovani. Non si può mandarli allo sbaraglio come ha fatto l’amministrazione uscente”. Va ricordato, secondo lui, “che Bergamaschi è la quarta scelta” e che il sindaco “all’inizio gli ha dato due deleghe e subito gliene ha ritirato una, perché evidentemente non era in grado”. Non solo: più avanti, “pur di non nominarlo vice s’è inventata la delega itinerante, di fatto tenendola per sé per un lustro”. Per esser chiari: “Bergamaschi è espressione di una maggioranza che in questi 10 anni ha fallito. Mena vanto di aver ridotto il debito, creato dall’amministrazione Bruttomesso e Rancati, ma non dice che l’ha fatto solo perché obbligata dal governo Monti. Potrebbero e dovrebbero investire, ma non lo fanno perché non ci riescono. Fa parte di un partito interessato solo ad aumentare le tasse per aver più soldi da spendere”. In sostanza, “immaginate se non sia un’occasione”, par di capire decisamente ghiotta, per il centrodestra, di presentare un candidato credibile e forte: “non qualcuno che in questi 10 anni non ha fatto parte della politica, anzi, si è chiamato fuori dalla politica”.

 

Degni delle istituzioni”

Al quadro va aggiunto che “le recenti dimissioni del capogruppo della Lega, Andrea Agazzi”, per Beretta “non sono una bella cosa. Perché sono convinto che in questi cinque anni in consiglio comunale sia stato un’espressione degna delle istituzioni. Proprio come lo sono stati Draghetti per i Cinque stelle e i rappresentanti di Forza Italia: Laura Zanibelli, Antonio Agazzi e Simone Beretta. Il resto (ed il riferimento è al gruppo legato ad Enrico Zucchi) è stato il vuoto”. Ed il fatto che i referenti di partito non ne tengano conto e di fatto non li prendano in considerazione, è evidente, gli fa girare i cosiddetti. E parecchio. In chiusura tocca quindi tornare alle ‘fantomatiche cene elettorali’ (il virgolettato è nostro) nelle quali (secondo alcuna stampa) i delegati di Lega, Fdi e Fratelli d’Italia, tra un piatto di tortelli e chissà, un paio di limoncini e una fetta di Spongarda, delineano strategie e si confrontano sui migliori candidati, Beretta è risultato tranchant: “queste continue fumate nere del centrodestra fanno male ai polmoni e all’intero territorio cremasco”. Congedando i cronisti ha ricordato che in questi consessi siedono anche figure che “a Crema hanno fatto la guerra, contribuendo a spaccare il territorio. È bene che lo sappiano, la città non se l’è certo dimenticato”.

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