03-11-2014 ore 21:06 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Convenzione tra il Comune e la comunità islamica: “predicazione in italiano e coinvolgimento delle donne”

“Percorsi di reciproca conoscenza, partecipazione alla consulta interreligiosa, predicazione in lingua italiana o traduzione italiana degli interventi di predicazione, coinvolgimento delle donne nella vita della comunità”. Questi i tratti salienti della convenzione che verrà siglata tra l'amministrazione comunale di Crema e la comunità islamica.

 

In via Milano

Rispondendo ad alcuni quesiti posti dal blog Cremascolta, il sindaco Stefania Bonaldi ed il presidente del consiglio comunale Vincenzo Cappelli hanno spiegato che il luogo di culto per la comunità musulmana verrà realizzato in via Milano, “in una proprietà comunale in una zona distante dall'abitato e prospiciente la strada. Le forze dell'ordine hanno confermato una valutazione positiva dell'ubicazione, che consente anche da parte loro di potere esercitare una azione di controllo. Ci prefiguriamo il trasferimento alla comunità del terreno in diritto di superficie pluridecennale e su tale terreno loro costruiranno, a loro spese, il luogo di culto, per una superficie massima di 300 metri quadrati, più area parcheggio”.

 

La convenzione con la comunità
“Il trasferimento dell'area in diritto di superficie – ha aggiunto il sindaco - ci consentirà di giungere alla stipula di una convenzione con la comunità, atto con il quale ci assumeremo reciproci impegni su temi riguardanti l'ordine pubblico, il rispetto e la convivenza pacifica, percorsi di reciproca conoscenza, partecipazione alla consulta interreligiosa, predicazione in lingua italiana o traduzione in italiano degli interventi della predicazione, ma anche il coinvolgimento delle donne nella vita della comunità”.

 

Consulta interreligiosa
Al contempo l'amministrazione cremasca sta realizzando una consulta interreligiosa, con l'intenzione di “rappresentare un momento alto di confronto e di scambio fra tutte le confessioni presenti sul nostro territorio. Non è semplice trovare una figura che possa fare da coordinatore, che dovrà naturalmente avere caratteristiche di terzietà rispetto alla amministrazione comunale”. In quest'ottica, ribadisce il sindaco, “si accettano proposte ed autocandidature”.

 

Percorsi di integrazione

Per Vincenzo Cappelli “in un mondo sempre più sfilacciato e diviso,con atteggiamenti, a tratti, di gretta chiusura verso interessi propri o di parte, dove blocchi politici e organismi internazionali faticano a trovare la strada di una possibile mediazione di pace e di affermazione di regole di convivenza, diviene urgente, anche a livello di base, concorrere ad accrescere percorsi di integrazione, anche sui territori dove le persone si incontrano e vivono”.

 

L'affermazione di valori

Compito complesso “e non sempre valutato positivamente”, aggiunge il presidente del consiglio comunale, “ma falliremmo nel dare forza a quell’affermazione di 'valori di civiltà' che l’Occidente è andato guadagnandosi nei secoli, anche sotto l’ispirazione del messaggio cristiano e che ci pone comunque nella dimensione di “fratelli di un unico Padre”, se non operassimo in tal senso”.

 

Il reciproco rispetto

Se l'attualità riporta “fenomeni esecrabili di disumano terrorismo”, per Cappelli non va dimenticato che “per lunghi anni si è vissuto nel reciproco rispetto”. Centrale, comunque, risultano “l’idea di Stato e quindi di società civile” come li conosciamo nell'Occidente. Per questo, “ragionare e porre la problematicità dell’integrazione è atto dovuto e certo non procrastinabile soprattutto se non intendiamo continuare a subirla ma di contro orientarla e guidarla verso forme mature e durature”.

 

Concordia sociale e religiosa

Secondo il presidente del consiglio comunale “la vera sfida in campo e il compimento vero di un percorso di integrazione” dovranno garantire la “crescita della nostra comunità e una vera concordia sociale e religiosa. Nessuna prevaricazione dunque”. Il tutto porterà, “nel rispetto delle leggi vigenti, alla stesura di una chiara convenzione che potrà ratificare intenti e azioni grazie ad un reciproco apprezzamento senza infingimenti, furbizie o scorciatoie”.

662