Dopo di noi. Famiglia, disabilità, futuro, questo il tema dell’incontro di ieri sera allo spazio dibattiti della festa de l’Unità, dove le deputate del Pd, Cinzia Fontana ed Elena Carnevali hanno presentato la legge 112 del 22 giugno 2016. Il provvedimento in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, è frutto di un articolato percorso parlamentare che ha visto nel tempo trovare la sintesi delle sei diverse proposte presentate da Pd, Lega, Scelta Civica e Area Popolare. Nel passaggio conclusivo alla camera lo scorso giugno, ampia la maggioranza che è andata oltre i sostenitori del governo, 312 voti a favore, 64 contrari e 26 astenuti, per un provvedimento che ha visto il voto negativo del movimento cinque stelle. Una legge che introduce misure a tutela dei disabili gravi, sia nel periodo di vita successivo alla scomparsa dei genitori (da qui l’indicazione dopo di noi), sia durante l’esistenza in vita dei genitori, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata (durante noi).
Attenzione verso le politiche sociali
La deputata cremasca Cinzia Fontana, presentando la collega Elena Carnevali, relatrice della legge per il Pd, ha elencato i risultati dell’azione di governo nell’ambito delle politiche sociali: legge sul terzo settore, congedi parentali, legge contro lo spreco parlamentare, ripristino del fondo per la non autosufficienza, le cui risorse finalizzate a garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti, erano state cancellate negli anni precedenti. E da ultimo, la parlamentare di Vailate annuncia l’avvio formalizzato proprio ieri, delle misure di contrasto alla povertà, con l’istituzione del SIA, sostegno di inclusione attiva, misura di cui vi daremo conto nei prossimi giorni.
Una legge che vale una legislatura
L’onorevole Carnevali, in qualità di relatrice di maggioranza ha descritto ciò che di innovativo si trova nel provvedimento noto come legge sul “dopo di noi”. Una legge che “vale una legislatura” ha rivendicato la deputata bergamasca, sottolineando il contributo offerto da tutte le forze politiche presenti in parlamento. Una legge che aumenta le tutele, potenzia i diritti delle persone disabili, nell’ambito di quanto previsto dall’art. 19 della convenzione Onu sui diritti delle persone disabili: in altri termini, gli stati devono garantire il diritto di tutte le persone con disabilità di poter scegliere dove e con chi vivere. Elementi essenziali, il supremo interesse alle persone con fragilità, il principio dell’autodeterminazione e la consapevolezza che il mondo della disabilità è estremamente articolato, con esigenze molteplici che cambiano a seconda dell’età. Oggi vi sono responsabilità in capo a regioni ed enti locali, ha ricordato la relatrice, in attesa delle modifiche all’art. 117 della costituzione, che dovrà riportare i temi delle politiche sociali, tra quelli rientranti nell’interesse nazionale.
Supporto alla domiciliarità
La legge prevede l’istituzione di un fondo per finanziare tra l’altro, il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile per le persone disabili. Non un intervento estemporaneo, ma lo stanziamento di risorse in maniera strutturale, con le persone disabili al centro di un progetto di vita, ha ricordato l’on. Carnevali. Come centrale è il supporto alla domiciliarità, con iniziative tese a riprodurre le condizioni di vita in famiglia. E ancora, possibilità di finanziamento per ristrutturare case, oppure progetti di comunicazione aumentativa: in tutto 270 milioni nel triennio 2016/2018, tra fondo e agevolazioni fiscali. Tra le altre novità di cui si è parlato, l’introduzione di strumenti normativi quali il trust, che garantisce una protezione legale per la destinazione di beni e servizi alle persone con disabilità grave, al venir meno dei genitori. Sul controverso articolo 5, “detraibilità delle spese sostenute per le polizze assicurative finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave”, l’on. Carnevali conclude dicendo che non deve intendersi come un favore fatto alle assicurazioni, elemento questo che aveva indotto il voto contrario dei cinque stelle.