Nei primi dieci giorni di maggio è atteso il verdetto del tribunale di Verona sul piano di rientro presentato dalla Sport management. In un recente video, il sindaco Stefania Bonaldi, in risposta anche ai dubbi avanzati dal consigliere comunale Simona Beretta, ha dichiarato di “attendere il concordato” e di “non essere comunque disposta ad erogare ulteriori fondi. Se la società non riuscirà ad adempiere al contratto in essere con il Comune fino al 2040 - cosa ritenuta dal sindaco improbabile - si vedrà il da farsi”. In attesa della deliberazione del tribunale, intanto, si stanno muovendo gli utenti, alcuni dei quali hanno indetto una raccolta firme. Lamentano il grave disservizio patito per la lunga chiusura della struttura di via Indipendenza.
‘Era un servizio eccellente’
Come sottolinea Giovanna Folcini (sua l'idea della petizione su change.org) "ci poniamo al di fuori della politica. Il nostro obiettivo è quello di far sentire la voce di utilizzava la piscina non solo a scopo ludico, ma anche sociale e sanitario. La petizione on line vuole esprimere dissenso per un servizio importante negato. Questa chiusura ha avuto ripercussioni sotto diversi punti di vista come quello economico. Diverse persone avevano pagato anche 500 euro per abbonamenti annuali o per partecipare a corsi e attività ginniche. Non sappiamo ad oggi se questi soldi verranno rimborsati e in che modo. Poi il sociale. In piscina si svolgevano anche percorsi dedicati ai diversamente abili e fisico: l’idroterapia per portatori di patologie. Non vogliamo dare la colpa a nessuno. Tuttavia, è un servizio che manca e che si fa sentire”. Attualmente alla petizione hanno aderito poco meno di 300 persone. l’obiettivo è di arrivare a quota 500.