A cinque anni dall'avvio, l’Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha realizzato un’approfondita analisi del modello e dei risultati raggiunti dalla riforma del sistema socio sanitario lombardo (Lr 23/2015). Ci concentriamo sui ‘rilievi vincolanti’, confidando che in questo modo si possano evidenziare anche le criticità. Il sistema attuale, con 8 Ats e 27 Asst va cambiato: sarebbe opportuno mantenere un’unica Ats, col compito di “stipula degli accordi contrattuali con gli erogatori privati accreditati per attività di ambito regionale o extraregionale" ed assegnare alle Asst, "previa valutazione del fabbisogno locale, l’incarico di stipula degli accordi contrattuali con gli erogatori privati accreditati di prestazioni ospedaliere, ambulatoriali e sociosanitarie per attività in ambito locale”.
Agenzia di controllo
Secondo l’Agenas si dovrebbe “attribuire all’Agenzia di controllo (quale organismo regionale terzo tecnico scientifico) compiti di programmazione, analisi, vigilanza e supervisione dell’attività di controllo svolta sul sistema di erogazione delle prestazioni da parte di aziende pubbliche ed erogatori privati accreditati”. Sarebbe in capo a questo organismo di controllo anche l’emanazione delle direttive, “basandosi sull’analisi dei risultati dell’attività di controllo”, compresa la risoluzione delle contestazioni. L’Ats unica avrebbe il compito di “controllare gli erogatori di valenza regionale o extraregionale con cui ha stipulato i contratti”, mentre l’Asst si occuperebbe dei controlli a livello locale.
Dimensioni delle Asst
Affinché possano essere più funzionali all’organizzazione dei servizi sanitari della popolazione di riferimento ed efficienti nell’erogazione delle prestazioni ai cittadini, si suggerisce alla Lombardia di “valutare la possibilità di ridefinire le dimensioni delle Asst". Gli interventi devono essere effettuati "con tempestività al fine di rendere operative le indicazioni fornite, scaturite dall’analisi quali-quantitativa, con diretta incidenza sulla modifica della legge regionale n. 23 dell’11 agosto 2015”.