03-02-2015 ore 16:59 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. L’Ufficio postale di Ombriano a rischio chiusura. Bordo, SeL: “non è da escludere l’accorpamento ai Sabbioni”

La possibilità che l’Ufficio postale di Ombriano venga chiuso esiste; ciò che non si conosce è la probabilità che questo avvenga. “Il rischio è molto concreto – avverte Franco Bordo, deputato di Sinistra ecologia e libertà – in quanto il Piano Poste prevede la chiusura di 65 uffici e la riduzione d’orario per altri 120. È molto facile che in tutta la provincia circa una decina di uffici subiranno modifiche. Nel merito, sto preparando un’altra interrogazione parlamentare”.

 

Le cause della riorganizzazione

Nella lista nera dei servizi da ridimensionare – se non addirittura sopprimere – il nome di Crema figura. Difficile dire da dove derivi la scelta di Poste Italiane di riorganizzare il servizio: “l’azienda attualmente ha il bilancio in attivo e produce utili; contemporaneamente, però, ha deciso per il ridimensionamento della sua offerta, agevolata dal Governo che ha introdotto nella Legge di Stabilità una norma che autorizza alla razionalizzare il suo servizio”.

 

Ingolosire i privati

“Questo – aggiunge Bordo – si traduce in un taglio di quei servizi che vengono ritenuti economicamente carenti, sebbene la carenza andrebbe accertata rispetto al sevizio offerto alla popolazione. Credo che questo intervento sia stato fatto per rendere il servizio ancora più appetibile nella grossa operazione di messa in vendita in vista della privatizzazione: insomma, per allettare i privati che vorranno acquistare quote”.

 

Azienda pubblica

“Anche se Poste Italiane è, di fatto, una società per azioni rimane un servizio pubblico e come tale io credo debba essere considerato. Che ci possa essere l’apporto dei privati non mi scandalizza a priori, però non fa certo bene alla collettività la sua svendita o, peggio, la sua dequalificazione da servizio pubblico a mero soggetto economico”.

 

Servizio essenziale

“Non conosco un altro paese europeo del nostro livello che non abbia un servizio postale pubblico, nel caso anche compartecipato da privati. Questo perché si dà valore anche a quella fetta di popolazione che lo ritiene ancora un servizio di comunicazione essenziale. Detto questo riduciamo Poste Italiane ma a livello di banda larga siamo equiparabili a un paese del terzo mondo”.   

 

Ipotesi accorpamento

Stando alla normativa, le sezioni postali devono comunicare la chiusura al sindaco 60 giorni prima dell’abbassamento delle serrande. Non è escluso, però, un accorpamento: “già dall’inaugurazione dell’Ufficio ai Sabbioni – conclude Bordo – si mormorava che l’investimento fosse stato fatto in un’ottica di accorpamento con l’Ufficio di Ombriano, ma ora non ci sono ancora abbastanza elementi per stabilirlo”. 

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