“Perché sono a favore di un luogo di culto islamico a Crema? Come consigliere comunale sarò chiamato a decidere se autorizzare la realizzazione di un luogo di culto per i cittadini islamici che vivono a Crema e non voglio nascondermi dietro ad un dito”.
Diritto di reciprocità
Pietro Mombelli, consigliere del Partito democratico, spiega di essere “cattolico praticante e come tale ho il desiderio di esprimere la mia fede in tutti i luoghi in cui mi trovo. Questo valore assoluto ed inalienabile vale per me, ma deve valere anche per chiunque altro. Il tanto sbandierato diritto di reciprocità usato da chi è contrario a questa ipotesi , non è certamente un atteggiamento cristiano. Ma non è nemmeno un atteggiamento laico e democratico. Se riteniamo che la democrazia è il fondamento di una società civile, se ne siamo orgogliosi , non possiamo rinunciare ai nostri principi ed avere atteggiamenti vessatori o autoritari”.
Tolleranza e accoglienza
“Inoltre l’affermazione secondo la quale nei paesi a maggioranza islamica non si possa praticare la nostra religione non corrisponde al vero in quanto, ad eccezione dell’Arabia Saudita e dell’Afghanistan esistono comunità cristiane e chiese delle varie confessioni in tutti i paesi del medioriente. Credo nella tolleranza e nell’accoglienza, che sono valori profondamente cristiani ma anche fortemente laici”.
La posizione della Diocesi
“Mi conforta in questa presa di posizione il pronunciamento della Diocesi di Crema ed in particolare del suo vescovo Oscar Cantoni esplicitata in modo inequivocabile nella lettera per la XI giornata per il dialogo cristiano islamico, che forse ogni tanto varrebbe la pena di rileggere. Non posso accettare la semplificazione secondo la quale un musulmano è un possibile terrorista, sarebbe come dire che ogni italiano è un mafioso oppure che ogni politico è un ladro. Conosco alcune persone di religione musulmana e posso solo dire che sono persone oneste che hanno a cuore valori quali, il rispetto per la famiglia, l’accoglienza e la fraternità, valori che forse noi abbiamo perso”.
I valori condivisi
“Rivendichiamo le nostre radici culturali cristiane ma poi le nostre chiese sono vuote. Non abbiamo più valori se non quello del dio danaro e del dio del successo. Rivendichiamo l’appartenenza ad una terra che però non è solo nostra. Che merito abbiamo di essere nati a Crema anziché a Bagdad o Korogocho? Siamo così miopi da non esserci ancora accorti che è in corso un esodo biblico del quale siamo anche causa. Quante persone dovranno ancora annegare nello stretto di Sicilia prima che ce ne accorgiamo? Mi piacerebbe vivere in una città in cui la tolleranza, l’accoglienza e la corresponsabilità sono valori condivisi, in cui lo straniero non viene visto come un problema, con paura, ma è considerato una risorsa. Sicuramente i miei figli vivranno in una città multietnica e quindi penso sia mio dovere come amministratore, per la piccola parte che mi compete, contribuire a creare le condizioni perché questo avvenga”.