Sistema socio sanitario, continuità di cura, riforma dei ticket, nomina dei direttori generali ed il futuro dell’Azienda Ospedaliera di Crema. In sintesi sono queste le tematiche affrontate nell’incontro ‘La nuova legge sulla sanità e gli ospedali’ con il vice presidente regionale e assessore alla sanità Mario Mantovani. All’incontro di ieri sera presso la Festa dell’Unità di Crema, anche il consigliere regionale Pd Carlo Borghetti, numerosi amministratori locali ed addetti ai lavori, fra cui il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Crema Luigi Ablondi.
Malattie croniche
“Nel corso degli anni – ha spiegato Mantovani – sono cambiate le richieste dei cittadini. Con questa proposta di legge vogliamo venire sempre più incontro ai malati ed impegnare le risorse a disposizione per dare continuità di cura ai malati cronici: il 32% dei cittadini lombardi ne è affetto ed il 79,6% ne utilizza le risorse. Vogliamo fare interagire tra loro i vari sistemi sanitari ”.
Il fiore all’occhiello
La sanità è un fiore all’occhiello della Lombardia come dimostrano i numeri attuali: 208 strutture ospedaliere, divise fra 106 ospedali pubblici e 102 privati; 125 mila operatori del Sistema sanitario regionale di cui 21.480 medici, 35.537 posti letto compresi 3.906 posti day hospital per una media di 3,6 posti letto per 1000 abitanti. La spesa è calcolata in 18 miliardi di euro, divisa nel 79% a carico della regione ed il 21% dei cittadini. Sono 20 gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico privati, 4 pubblici, 11 Cnr e 12 università.
La modulazione in base al reddito
Borghetti, membro della commissione sanitaria regionale, s’è detto disposto a collaborare col centrodestra “per ridurre il peso e la frequenza delle patologie croniche e contenere la spesa sanitaria”, promuovendo la sinergia tra pubblico e privato, “due gambe dello stesso sistema”. Secondo l’esponente del Pd è necessaria “una spesa sanitaria più equa”; la Regione dovrebbe quindi modulare i costi e dar vita ad una serie di modulazione ed esenzioni in base al reddito”.
Agenzie di programmazione della salute
Il tutto andrebbe coordinato da un assessorato unico, associando sanità con il welfare”. La risposta di Mantovani: “Dobbiamo fare attenzione a come utilizziamo i 17 miliardi e 500 milioni di euro di fondi messi a disposizione. Se bene impiegati il governo riconosce qualcosa in più, al contrario corriamo il rischio di tagli. E’ questo il motivo per cui vogliamo tenere separati gli assessorati della sanità e del welfare e mantenere divise le Asl e le Aziende Ospedaliere con la creazione di agenzie che programmano e tutelano la salute dei cittadini”.
L’ospedale di Crema
“L’ospedale di Crema – ha affermato Mantovani – proseguirà con il lavoro che sta svolgendo. Inoltre avrà uno spazio indipendente più lontano da Cremona. In futuro potrebbe interagire con realtà più vicine al territorio ma questo lo stabilirà il consiglio regionale. Aggiungo che il 78% dei cremaschi usufruisce dei servizi dell’ospedale e questo è un segnale molto positivo sull’efficienza della struttura”.
Asl omogenee
L’assessore regionale ha spiegato che in un prossimo futuro la Lombardia potrebbe avere delle “Asl programmate e più omogenee nel territorio. Certo il percorso è complicato e dovrà seguire la voce del territorio. Non dobbiamo sottrarci alle esigenze del mercato, sarà una sfida imprenditoriale”. Negli ultimi mesi nel territorio sono stati stabilizzati 137 dipendenti, 84 a Cremona, 44 a Crema e 9 nelle Asl, 16 medici e 28 di comparto.
Esenzione ticket fino a 30 mila euro
In chiusura di serata, nell’incontro moderato dal giornalista Paolo Loda, si è parlato anche dei ticket in base al reddito e della nomina dei direttori generali. Secondo Borghetti, mantenendo come riferimento il ticket di 66 euro, gli studi confermano la possibilità di non far pagare il ticket sotto i 30 mila euro di reddito. Necessaria anche la revisione delle modalità di scelta dei direttori generali delle nuove Asl e delle aziende ospedaliere, in base a merito, esperienza e competenze. Alla politica verrà offerta una rosa di nomi molto ristretta, predisposta da una commissione esterna al governo ed alla regione. A fine settembre il progetto di legge dovrebbe essere discussa in consiglio regionale.