Il 23 dicembre scorso, il nuovo statuto della Provincia, ente di area vasta, è stato approvato dall'assemblea provinciale dei sindaci. Secondo Stefania Bonaldi “il documento è il frutto di un lavoro collegiale in seno al consiglio provinciale. Col supporto della struttura tecnica della Provincia, i consiglieri hanno lavorato ad un testo condiviso, presentato sul territorio provinciale in tre incontri a Crema, Cremona e Casalmaggiore, arricchito con l'accoglimento di diversi emendamenti e licenziato all'unanimità prima dal Consiglio e poi dall'assemblea”.
Azienda consortile al servizio dei comuni
Secondo il sindaco di Crema il metodo “condiviso e concreto” utilizzato nella preparazione dello Statuto “è un punto di forza”. Concepito come un atto che contiene principi, i quali rimandano poi alla materia regolamentare, “è un documento agile e snello, con un taglio più amministrativo che politico, in linea con la nuova veste anche dell'ente d'area vasta, da concepire, nell'ottica della Legge Delrio, più come "un'azienda consortile al servizio dei comuni" che come un ente a se' stante”.
Cremasco, Cremonese, Casalasco
La più importante e sostanziale novità sono le aree omogenee, aree territoriali specifiche. Secondo il sindaco di Crema l'assemblea dei sindaci ne individuerà tre: “verosimilmente il Cremasco, il Cremonese, il Casalasco. Assumeranno dignità istituzionale e diverranno l'articolazione privilegiata entro cui la provincia esercita le proprie funzioni, promuovendo l'esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali dei comuni mediante convenzioni, fusioni oppure unione di Comuni”.
Logiche di rete e di sistema
“Il riconoscimento formale delle Aree Omogenee, che supera la precedente logica delle semplici Consulte – prosegue Stefania Bonaldi - dovrà rafforzare le logiche di sistema e di rete all'interno dei singoli territori e prepararli a gestire servizi ed uffici in modo sempre più aggregato e associato. Anche e soprattutto in vista della effettiva soppressione delle Province, ad oggi prevista nel Decreto di legge di riforma costituzionale. Dunque a mio avviso una bella opportunità per i territori”.
I punti deboli
Non mancano punti deboli che gli amministratori dovranno rafforzare. Secondo il sindaco di Crema “non si trovano nello Statuto, quanto nel complessivo contesto della Legge Delrio, che partiva da una legittima pretesa di riordino e razionalizzazione ma che mette in luce limiti molto pesanti per le troppe ambiguità che porta con sé. In primo luogo il forte carico di lavoro e responsabilità sui sindaci, peraltro già gravati di limiti e pesantezze nella gestione dei propri comuni”.
Le responsabilità
È altrettanto evidente “la responsabilità in capo al presidente dell'Ente di area vasta, sindaco pure lui, che sostituisce tutto il precedente esecutivo provinciale e di fatto viene condannato a trascurare il proprio comune di appartenenza perché le giornate sono di 24 ore e i problemi sono tanti e complessi, e messo nelle condizioni di assumere una mole enorme di decisioni in completa solitudine, avendo il Consiglio funzioni limitate: i consiglieri non sostituiscono i precedenti assessori provinciali; del resto, già impegnati come sindaci e spesso lavoratori, non potrebbero nemmeno farlo”.
I tagli e le competenze
“A questi problemi – sostiene Stefania Bonaldio - vanno ad aggiungersi le enormi incertezze date dai tagli sostanziali delle risorse assegnate alle nuove Province, ma anche legate alle loro effettive competenze. La legge Delrio stabilisce in capo al nuovo ente d'area vasta le seguenti funzioni fondamentali: la pianificazione territoriale, la tutela e valorizzazione dell'ambiente; la pianificazione del trasporto provinciale, la costruzione e gestione delle strade provinciali; la programmazione provinciale della rete scolastica; la raccolta ed elaborazione dati, l'assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; l'edilizia scolastica; le pari opportunità sul territorio provinciale, dunque chi parlava di soppressione tout court deve ricredersi perché in capo all'ente di atea vasta restano competenze sostanziose”.
Le ripercussioni
“Tuttavia ad oggi importanti ambiti come l'agricoltura, il turismo, la cultura, il lavoro, in passato competenza della Provincia, che impegna su queste aree oltre 200 dipendenti, non hanno ancora una precisa definizione, trattandosi di competenze proprie delle Regioni rispetto a cui le stesse devono ancora sciogliere le riserve se delegarle ancora alle Province o meno. Ma su tutto – conclude il sindaco di Crema - incombe anche il taglio abnorme delle risorse previsto dalla Legge di Stabilità, che rende in questo momento molto incerto non il futuro, ma lo stesso presente della realtà provinciale, con il rischio, anzi la certezza che le ripercussioni si avvertiranno a cascata a livello locale nei comuni, che saranno chiamati a logiche ancora più virtuose per limitare danni e lacune”.