Della tristemente nota scuola di Cielle si è discusso oggi in Consiglio regionale durante il question time. In particolare il consigliere del Partito democratico Agostino Alloni (nell'immagine) ha chiesto all'assessore Valentina Aprea di “bloccare questa procedura di riscossione coatta di un credito non esigibile e non ne voglia accertare l’insussistenza rimanendo in attesa che il liquidatore, tra l’altro indicato dalla stessa Regione, riconosca l’eventuale restituzione del contributo a suo tempo erogato alla Charis.
L'antefatto
Per chiarire meglio i fatti è necessario un piccolo riassunto: come denunciato pubblicamente dal sindaco di Crema, la Regione ha trattenuto circa 187.500 euro come compensazione del milione di euro erogato dall'allora Giunta Formigoni al Comune di Crema e quindi alla Fondazione Charis per la realizzazione della scuola di viale Europa, conosciuta come la Scuola di Cielle. Come tutti sanno l'opera non è stata conclusa e la Regione è passata alle vie di fatto, trattenendo coattivamente il denaro; nel caso venissero trattenute altre risorse, il Comune di Crema sarebbe fuori dal Patto di stabilità. Perciò lo scorso 16 novembre il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità – assente solo l'esponente della Lega Nord - una mozione che si oppone alla restituzione del denaro, chiedendo contestualmente che la Regione si rifaccia sulla Charis.
Opera da 40 milioni
Tornando al question time odierno, Alloni ha ripercorso tutte le tappe della vicenda, sottolineando come “l’opera ideata, voluta, pensata, seguita, curata e realizzata da don Mauro Inzoli, leader carismatico di Comunione e Liberazione, confessore personale di Formigoni, gestore di una moltitudine di strutture culturali, sociali e scolastiche in convenzione con Regione Lombardia nonché parroco della parrocchia della SS. Trinità di Crema, prevedeva un enorme edificio (nell'immagine, ndr) destinato ad ospitare una scuola paritaria primaria di primo grado, una di secondo grado, una scuola secondaria, una scuola materna, un centro di formazione professionale, un auditorium, una cappella ed una palestra con gradinate ospitanti fino a 400 persone. Per una spesa prevista di quasi 40 milioni di euro, rispetto ai circa 14 milioni iniziali”.
Il finanziamento
“A fronte di questo impegno – ha aggiunto Alloni - la Regione assicura con atti deliberativi di Giunta un finanziamento, ipotetico, di 4 milioni e 500 mila euro e immediato, rispetto a bilancio corrente dell’anno 2008, di 1 milione di euro. Gli artefici dell’operazione? Da una parte il presidente Roberto Formigoni e dall’altra il confessore dello stesso, don Mauro Inzoli. Bisognerà ricordare che all’epoca dei fatti, l’assessore regionale alla partita era il cremasco e ciellino Giovanni Rossoni”.
Tempi record
“Sarà stato un caso che tutti si conoscessero fatto sta che le procedure di individuazione dell’opera scolastica da finanziare avviene in tempi da record mondiale: il 26 marzo 2008 il sindaco di centrodestra Bruno Bruttomesso (con nota di prot. 7602) invia un fax a Regione Lombardia, in cui si segnalano due interventi di edilizia scolastica; il 28 marzo, due giorni dopo, la giunta comunale approva con delibera 149/2008 uno schema di protocollo con Fondazione Charis e con Regione Lombardia per l’utilizzo di contributi a valere sulla LR 1/2000. Veloce? Possiamo fare meglio: infatti nella stessa giornata (28 marzo 2008) Regione Lombardia – Comune e Fondazione Charis sottoscrivono lo stesso protocollo. Il tutto avviene in trasferta per Regione Lombardia; il protocollo infatti viene sottoscritto presso il municipio Cremasco”.
L'Ente attuatore
“Il 9 aprile la Giunta Regionale approva il tutto (DGR N. 7030) e a fronte di un impegno futuro di 4,5 milioni ne elargisce subito uno a favore di Charis; il 25 novembre la Giunta Comunale assume (atto N 2008/00456) l’impegno di approvare il progetto (14 milioni) e di erogare il contributo di 1 milione di euro a fronte della realizzazione di uno stralcio (con SAL, stato di avanzamento lavori) di poco meno di 9 milioni di euro. Il 17 giugno del 2009 viene stipulato l’accordo negoziale che disciplina le modalità di erogazione del contributo e fissa nel Comune di Crema l’ente attuatore dell’intervento”.
La spesa certificata
“I lavori partono nel 2009 arrivando in poco più di un anno a realizzare buona parte dell’opera e quasi tutto l’involucro esterno, tutto in cemento armato, per una spesa certificata di quasi 10 milioni di euro, maggiore comunque degli 8 milioni 992 mila e 179 euro che erano la soglia minima da superare come stato di avanzamento dei lavori (cioè il primo stralcio) per poter elargire il milione di euro di contributi alla Charis. Cosa che, giustamente, è avvenuta (entro il mese di luglio del 2011). Subito dopo il Comune trasmette la contabilità finale (sempre relativa al primo stralcio) alla Regione, insieme ai certificati di regolare esecuzione delle opere effettuate”.
Il cambiamento
“Solo ad ottobre la Regione si accorge che, diversamente da quanto scritto nelle Dgr e da quanto convenuto con Charis e Comune, si deve parlare di Lotto funzionale a svolgere la funzione di formazione scolastica superiore e non più, come era avvenuto fino a quel momento e come dice l’accordo negoziale sottoscritto il 17-6-2009, “… a titolo di compartecipazione alla spesa di euro 8.992.179,99 del primo lotto dei lavori di cui alla delibera di approvazione del progetto definitivo…”. E ancora che, “… il Comune erogherà il contributo assegnato nei limiti delle somme effettivamente trasferite dalla Regione”.
La restituzione del milione
“Sulla base di questa mutata, incomprensibilmente mutata, interpretazione – ha sottolineato Alloni - la stessa Regione chiede, con un anno e mezzo di ritardo, la restituzione del milione erogato, pronunciando nel contempo la decadenza dello stesso contributo. La restituzione viene chiesta al Comune di Crema, dove nel frattempo si è insediata una Giunta di diverso colore politico e dove la Charis ha già avviato la procedura di liquidazione perché impossibilitata a proseguire, anche perché, e sarà questo l’elemento scatenante, il vero artefice dell’intera operazione, il leader di CL, Don Mauro Inzoli era stato rimosso dalla parrocchia di S. Trinita in Crema e dismesso dallo stato clericale con sentenza della congregazione per la dottrina della fede, nel dicembre 2012, per i fatti riconducibili al reato di pedofilia, che gli è stato anche contestato dal tribunale di Cremona”.
Le puntualizzazioni
Per Alloni “non si cambiano le regole in corsa; la Regione, essendosi insinuata il 5 febbraio 2014 nella procedura di liquidazione della Charis non deve, non può, farlo una seconda volta nei confronti del Comune di Crema; il Comune si è messo a disposizione della Regione come soggetto controllore ed erogatore delle risorse pubbliche, su esplicita richiesta della Regione e in tempi irragionevoli (2 giorni), sulla base di un protocollo tipo fornito dalla Regione stessa; lo stralcio esecutivo minimo imposto dalla Regione per l’elargizione del contributo è stato largamente superato; a Crema è stato costruito un enorme edificio in cemento armato, una specie di mostro, che rischia di rimanere incompleto per i prossimi 100 anni, a futura memoria di una operazione “tra amici “ che probabilmente non aveva le basi sufficientemente solide per poter essere realizzato; la Regione, invece di aiutare la comunità locale a trovare una soluzione affinchè l’edificio costruito, che ha nella scuola una destinazione naturale, possa essere completato e riutilizzato, sta facendo di tutto perché rimanga per sempre un mostro; di fronte ad almeno 5 lettere scritte dal Comune al presidente Maroni e dopo diversi incontri, più o meno ufficiali, ad oggi non vi è stata alcuna risposta, o meglio, una risposta c’è stata: quella che senza preavviso formale la Direzione di Regione Lombardia che si occupa di bilancio ha comunicato di trattenere coattivamente i trasferimenti al comune, per un importo che ha già superato i 200 mila euro. Alla faccia della collaborazione e della sussidiaritetà”.