01-09-2016 ore 11:56 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Dalle partecipate ai servizi, il Comune si trasforma. Il sindaco Bonaldi: "la riorganizzazione non è ancora finita"

A domanda, risposta. Questo il tradizionale format dell’incontro di ieri sera alla Festa de l’unità, dove il sindaco Stefania Bonaldi – introdotta dal coordinatore Pd Cremasco, Omar Bragonzi – si è sottoposta alle domande della stampa cremasca. Molti i temi affrontati: dall’impiantistica sportiva alla realizzazione di un nuovo luogo di culto in città, passando per le strategie geopolitiche che tanto hanno animato il dibattito nell’ultimo anno, gli equilibri in Consiglio comunale e l’estesa opera di riorganizzazione della macchina amministrativa.

 

Tra normativa e innovazione

Una riorganizzazione che ha coinvolto non solo l’organigramma comunale ma anche i servizi – si pensi alla rivoluzione del welfare, estesa dal progetto Fare Legami – e le società partecipate. “In quest’ultimo caso – ha spiegato il sindaco – la scelta deriva anche dalla normativa. Ci sono poi scelte politiche: da 6 i dirigenti sono passati a 4. Al personale è stato chiesto di fare di più, ma siamo riusciti ad abbattere i costi del 15%; la partita non è ancora conclusa: esistono margini di miglioramento, come il tema dell’Urp, che vorremmo diventasse l’interfaccia dei cittadini”.

 

La riorganizzazione interna

Società partecipate, servizi sociali, servizi comunali (centro natatorio, parcheggi e illuminazione); a ciò si aggiunge la riorganizzazione interna al Comune. L’arrivo del nuovo segretario comunale, del nuovo capo della polizia e del dirigente ai tributi "rientrano in una logica politica precisa" ha specificato il sindaco: “sono persone selezionate dopo numerosi colloqui. Con il segretario ho avuto modo di collaborare in passato in un altro Comune e lo stesso si può dire del comandante. Sono scelte delle quali non mi pento. Nei prossimi anni dovremo far fronte a nuove razionalizzazioni, la scommessa è far sì che i servizi non vengano meno”.

 

Ridefinizione dei confini

C’è poi una riorganizzazione esogena, che l’amministrazione ha cercato di governare cercando di fare di Crema la città capocomprensorio. È la questione del futuro assetto geopolitico, con la scomparsa delle province e la spinta verso un’area vasta Crema-Lodi. C’è il rischio di perdere di vista le piccole cose, in un percorso del genere? “È un tema di prospettive – ha risposto il primo cittadino – avere uno sguardo di lunga gittata non significa trascurare il qui ed ora. Pensare alla questione dei servizi in un’ottica di associazione di Comuni e di area omogenea risponde ad entrambe le esigenze”.

 

Il luogo di culto

Non poteva mancare un cenno alla questione del bando per un nuovo luogo di culto. Perché non è stato inserito nel programma elettorale? Lo sarà nel prossimo? Per il sindaco “un diritto non dev’essere codificato in un programma elettorale. Sfidando il consenso, ci siamo impegnati per garantire un diritto esistenziale. Ricordo però che realizzare un luogo di culto è una volontà terza rispetto all’amministrazione, che invece la interpreta come una questione urbanistica. I tempi devono maturare. Rimango convinta che il tema dei diritti debba vedere un amministratore serio prodigarsi per trovare soluzioni, non far finta di nulla”.

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