Il comune di Crema guiderà, in qualità di capofila, un percorso di riorganizzazione complessiva delle politiche sociali. “Nel 2024 abbiamo la straordinaria opportunità di riprogrammare globalmente le politiche sociali della città e del territorio”, ha spiegato il sindaco, Fabio Bergamaschi, “il tutto grazie alla contestuale scadenza dell'accordo di coprogettazione, del Piano di zona e della programmazione socio sanitaria dell’Asst”. L’amministrazione guiderà il percorso “con una precisa scelta politica, partendo da una rinnovata convinzione sul potenziamento delle forme di partenariato, sia con le altre istituzioni che con gli stessi operatori del sociale, gli enti del terzo settore, quelle professionalità che stanno quotidianamente di fronte ai bisogni sociali, in una società sempre più complessa e articolata”.
‘Una lettura comune dei bisogni’
“In questo senso Crema, che ha avviato in modo pioneristico negli scorsi anni il primo accordo di coprogettazione, conferma la sua volontà di proseguire con questo strumento, che consente di attuare un'alleanza tra il comune e gli enti del terzo settore per una lettura comune dei bisogni, una programmazione, una progettazione delle risposte, una predisposizione degli strumenti per affrontarli e una fase di controllo e monitoraggio. Un'alleanza importante a maggior ragione a fronte di una moltiplicazione dei bisogni e della necessità di scegliere come più opportunamente allocare le risorse economiche ed umane. In questo senso partire con le linee di indirizzo del nuovo accordo di coprogettazione apre formalmente questo percorso impegnativo e stimolante, attualizzando le risposte che il comune di Crema intenderà, con i suoi partner del privato sociale, mettere in campo a sostegno dei bisogni di assistenza, con uno sguardo progressivamente volto ad un allargamento della rete di sostegno che Crema interpreta non abdicando al proprio ruolo di riferimento, ma nella logica di coordinamento e maggiore integrazione di alcune politiche ed azioni che possono essere affrontate più opportunamente a livello di ambito e che devono integrarsi con le risposte che l’Asst metterà in campo nel settore socio-sanitario. Abbiamo innanzi un cammino stimolante e necessario per continuare ad essere un riferimento nella risposta ai bisogni alle fragilità sociali”, ha continuato il primo cittadino.
Approvato il documento preliminare
Il comune conferma il riconoscimento del ruolo e del valore sociale del terzo settore nella definizione e realizzazione del sistema integrato di interventi e progetti sociali, educativi e culturali. La riapertura del percorso di coprogettazione si innesta su una radicata tradizione amministrativa che ha attivato da tempo una delle prime e più significative esperienze di collaborazione con il terzo settore. È stato infatti approvato dalla giunta il documento preliminare alla coprogettazione per gli anni 2025-2029, frutto di un ampio lavoro di coinvolgimento con le realtà del privato sociale attive sul territorio che ha preso avvio con la pubblicazione, nel marzo 2024, di un avviso pubblico per raccogliere la disponibilità a co-progettare da parte del terzo settore. Dal primo incontro, organizzato ad inizio aprile, ci sono stati diversi momenti di confronto e coinvolgimento del privato sociale che hanno aiutato a individuare gli elementi fondamentali della prossima coprogettazione confluiti nel documento preliminare approvato dall’amministrazione.
Costruire l’avviso pubblico per selezionare partner
Altri momenti di confronto e ascolto riprenderanno dopo la pausa estiva, con l’obiettivo di costruire l’avviso pubblico preliminare alla selezione dei partner con cui il comune lavorerà nei prossimi anni. La partecipazione del terzo settore ai processi di coprogrammazione e di coprogettazione è ritenuta fondamentale per rendere maggiormente efficaci ed appropriate le risposte alle esigenze della comunità in un’ottica di arricchimento della lettura dei bisogni ed integrazione delle proposte di intervento. Attivare processi collaborativi significa consentire un adeguato utilizzo delle risorse, garantirne la gestione in modo appropriato favorendo anche l’incremento delle risorse a disposizione grazie al meccanismo del cofinanziamento obbligatorio da parte degli enti del terzo settore. Le linee guida prevedono infatti l’obbligo per i partner di incrementare le risorse a sostegno della realizzazione delle attività con finanziamento pari ad almeno il 10 per cdento delle risorse pubbliche che verranno messe a disposizione dal comune.
I temi dei progetti
I temi su cui il comune intende costruire progetti con il terzo settore riguardano le politiche educative e per la famiglia, l’attivazione dei giovani e le politiche di parità, il rafforzamento delle reti sociali e di prossimità, i temi del lavoro e dell’abitare. A questi si aggiunge la prospettiva culturale, come visione trasversale per sostenere le politiche di coesione sociale e cittadinanza attiva. Il nuovo percorso è fortemente influenzato e, a propria volta influenza, la programmazione delle politiche sociali dei 48 comuni dell’ambito di Crema. La progettazione degli interventi dovrà essere connessa ed in dialogo con le linee di intervento e gli obiettivi del Piano di zona. La definizione puntuale della coprogettazione della città si basa sul presupposto che le azioni in risposta ai bisogni di Crema devono essere inserite un più ampio contesto territoriale e avere, sin dalla fase di progettazione, uno sguardo che permetta di allargare progressivamente ed in modo incrementale il campo d’azione a favore dei comuni dell’ambito.
Un progetto di valorizzazione
“Coprogettare significa infatti valorizzare le relazioni, le risorse del territorio promuovendo l'assunzione collettiva di responsabilità, percependo i problemi come comuni e non circoscritti a singole persone o gruppi. La coprogettazione”, ha spiegato l’assessore al welfare, Anastasie Musumary, “è un’esperienza di innovazione istituzionale che abbiamo scelto di portare avanti, va oltre la sola produzione dei servizi, è una dimensione estremamente politica con uno sguardo di sistema di visione del territorio di condivisione dei problemi. Non vogliamo che il terzo settore sia il mero esecutore che mettiamo in campo, ma vogliamo che con noi coprogetti, coprogrammi e copensi le azioni di welfare di comunità, in una logica di alleanza e di partnership. Il comune ci mette risorse sia economiche che umane, dall’altra il terzo settore ci mette energie, teste e risorse. Attraverso questo modo di gestire il welfare della città rafforziamo la dimensione comunitaria coinvolgendo la società, le associazioni, i volontari, le cooperative e i cittadini nei processi partecipati di raccolta e risposta ai bisogni sociali”.